Pepe e peperoncino, quei due elementi in cucina che - insieme allo zenzero e al ginseng - sono stati demonizzati dal cattolicesimo e ritenuti pericolosi (a torto) per la salute per via delle loro proprietà stimolanti che hanno effetti alla lunga - anche - sulla stimolazione sessuale.
Non a caso nelle metafore dei luoghi comuni si parla di pepe e di peperoncino pensando a qualcosa di "caldo" e di "attivo" si pensa insomma spesse volte al sesso, perché alla fine da bravi esseri umani abbiamo senso pratico.
Il pepe e il peperoncino fanno male? Diamo da subito una informazione importante, il pepe va evitato assolutamente se si soffre di gastrite o di ulcera. Ma negli altri casi?
Il peperoncino, ad esempio, è un antidolorifico e antinfiammatorio naturale, serve per disinfettare, ha delle proprietà energizzanti e stimolanti anche per la circolazione, è una sostanza antietà che aiuta le cellule a mentenersi giovani, cioè antiossidante. Da questo punto di vista dunque porte aperte. Sul breve termine annulla i recettori della lingua, lasciando spazio solo al salato e all'acido, un fatto che ci porta a dover stare attenti nelle dosi, se parliamo di cucina, perché porta ad eccedere in zucchero e olio, quindi porte aperte ma con le dovute cautele.
Un simile discorso si può fare del pepe, che però stimola la secrezione gastrica, dunque va assunto con parsimonia, aiuta la digestione per chi ha uno stomaco pigro, ma peggiora gli stati infiammatori, non è un anestetico, bensì un tonico, va usato con cautela ma è un alcaloide stimolante, quindi perfetto per le grigliate e per i cibi che sono molto grassi e difficili da digerire. Porte aperte, ma con riserva. (MC)