Si avvicina anche quest'anno la santa Pasqua e come ogni anno, specialmente da quando facebook consente una comunicazione più diretta e completa tra le persone, è iniziata la diatriba sull'agnello pasquale.
L'agnello pasquale è una tradizione che si rifà alla tradizione ebraica: il sangue dell'agnello era un simbolo, un simbolo di sacrificio a un dio, ovvero a una popolazione, un credo, che doveva poi essere il simbolo per distinguere chi aveva fede da chi non l'aveva.
Con il tempo però il concetto di agnello è stato analizzato fin dalle sue origini letterarie, in riferimento non solo alla tradizione giudaica, ma anche a quella cristiana, rendendo la consapevolezza che il sacrificio fisico e simbologico dell'agnello a Pasqua è una metafora letteraria, che ha avuto successo anche per la sua forza comunicativa.
"In questa notte io passerò attraverso l'Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame" sono le parole che farebbero riferimento alla necessità di offrire un sacrificio a un dio.
Il sacrificio delle bestie, tuttavia, è riconosciuto anche dalla fede pagana, riporta a stereotipi di unione comunitaria che vanno oltre il dio che si riconosce tradizionalmente come ebraico o cristiano. Il sangue, delle bestie, in metafora della passione personale, è un veicolo di cultura che ha reso unite e forti popolazioni di tutto il mondo, non solo cristiane.
Nella nostra civiltà però il concetto del sacrificio animale è superato, di tutto ciò è rimasto solo il "lauto banchetto" della domenica di Pasqua, che ha poco a che fare con le fedi, molto di più con la forchetta e con la tavola.
Premesso questo, come anticipato sopra, il tema scottante, perdonate l'ironia, è quello della opportunità o meno di fare promozione dei pranzi e delle cene a base di agnello nel periodo pasquale, nonché della adeguatezza delle promozioni nei supermercati della carne di agnello, in riferimento cioè alla correttezza etica di proporre come commerciale un sacrificio di un cucciolo.
Il pensiero del popolo del web in merito è vario: dall'estremo NO di chi è vegano, vegetariano o semplicemente contrario completamente a tale usanza, all'estremo SI' di chi ritiene che la tradizione culinaria debba essere ferma in se stessa per la bontà della pietanza, libera da concetti filosofici e morali.
Si sprecano dunque le campagne virtuali pro e contro l'agnello pasquale, mentre aumentano le proteste degli attivisti animalisti, contro le pubblicità non etiche, con campagne etiche e manifestazioni ad hoc. In risposta l'esatto contrario dagli amanti della forchetta.
Che dire, in questo caos a dover decidere sono principalmente supermercati e ristoranti. Fa bene essere al corrente delle diverse opportunità di scelta, scottadito o no, Pasqua passerà per tutti, per cui sulla tavola ognuno è chiamato a decidere che cosa mettere, solo patate o patate con l'agnello?