La scorsa settimana Selvaggia Lucarelli ha denunciato via facebook il comportamento di una catena di elettronica, MediaWord, per la richiesta di servizi a pagamento sulle configurazioni di cellulari, effettuazione ricariche, aggiornamenti, backup dati, trasferimento foto. Inizialmente scatenando una discussione animata in cui, appunto, in discussione, era la bontarietà del gesto.
Da una ricerca effettuata su internet, però emerge che non si tratta di MediaWord, ma di un lavoro: il configuratore di telefoni, di app, etc .. è una vera e propria professione tecnica, che rientra nei servizi di assistenza alla telefonia.
Ma i negozi, hanno obbligo di assistere i loro clienti? Non dobbiamo confonderci: nei due anni di garanzia sul telefonino ci sono precisi riferimenti all'assistenza tecnica inclusa a titolo gratuito, da effettuarsi presso i centri assistenza. Ma scaricare App e trasferire foto è di per sé un lavoro, che non rientra tra tali mansioni.
Ha fatto discutere la presenza delle ricariche effettuate a pagamento: le ricariche non possono essere rivendute con un sovraprezzo, questo si sa. Tuttavia possono essere effettuate presso il luogo di acquisto, e anche questo si sa.
Dunque il problema è che in Italia, ad oggi, le catene di elettronica non sono attrezzate con un dipendente che assolva il dovere di assistere gratuitamente i clienti, mentre i piccoli negozi mono-marchio possono effettuare solo determinate mansioni.
Da una ricerca più approfondita è emerso che esistono invece negozi di sola assistenza software che effettuano questi lavoretti a pagamento per professione, con un tabellino dei valori. Quindi la faccenda è molto meno complicata di quanto sembri: ci sono servizi che si possono chiedere e servizi che non si possono chiedere, sulla liceità di alcuni servizi, come ad esempio le ricariche e la prima configurazione, però, c'è molto da discutere (MC).