Oggi vorrei parlarvi della fantastica ed avventurosa vita di noi tutti pendolari che, ogni giorno, facciamo su e giù dai treni nella speranza (non sempre esaudita!) di riuscire a raggiungere il posto di lavoro al mattino e, possibilmente, di rientrare a casa la sera.
Probabilmente ho la grande fortuna di frequentare una delle linee più carenti d’Italia, in quanto quotidianamente, partendo da Novara, cerco di recarmi a Milano…e vi assicuro che le sorprese non mancano mai……. Credo che quanto narrerò non sia però dissimile da quello che succede su altri treni..
Partiamo dalla pulizia: generalmente passo i primi dieci minuti del tragitto a cercare un posto che non mi faccia venire malattie infettive solo a guardarlo…una volta identificato il sedile (il meno peggio!) è possibile che mi accorga che il riscaldamento (se siamo in inverno) o l’aria condizionata (se siamo in estate) non è funzionante. Questa prima fase descritta, naturalmente, vale se ci sono posti a disposizione…spessissimo infatti capita di affrontare tutto il viaggio in piedi, reggendosi come si può e stando attenti a non spintonare gli altri malcapitati (o a non farsi spintonare da loro!).
Entrambe le cose, invece, non valgono nell’eventualità, abbastanza frequente, che il treno semplicemente non ci sia…non c’è, né sul tabellone, né sul binario e altre anime smarrite come me vagano alla ricerca del mezzo perduto..
Veniamo al clou: lungo il tragitto, che dovrebbe essere complessivamente di circa un’ora, il convoglio è in grado di accumulare un ritardo “medio” di 10/15 minuti se siamo in vena positiva.. altrimenti, tra porte che non si aprono (o non si chiudono), precedenze da dare ad altri, avverse condizioni climatiche (?), guasti o malfunzionamenti della linea elettrica, dirottamenti su stazione diversa da quella in cui si dovrebbe arrivare, altre motivazioni inspiegabili ed inspiegate, il ritardo può sfiorare anche i 40 minuti…il ché, per chi deve correre in ufficio a timbrare, non è esattamente fonte di felicità al mattino. Così come non lo è alla sera dopo una giornata magari intensa…
Ammettiamolo però: ci sono almeno tre cose che riempiono di gioia il nostro cuore di pendolari.
1) il personale di bordo, che di fronte ai viaggiatori inferociti non fornisce mai uno straccio di spiegazione pseudo-decente sul perché di quella sosta in stazione di 20 minuti…o circa il treno misteriosamente scomparso, ecc ecc; 2) l’evenienza rarissima, in cui il treno parte puntuale ed il povero pendolare arriva al pelo e…lo perde!!la porta gli si chiude in faccia, perchè in casi eccezionali magari lo fanno partire anche un minuto prima…proprio quel maledetto giorno in cui un imprevisto ti ha impedito di arrivare al solito orario…proprio a te, sì, che normalmente vai in stazione con largo anticipo e passi le ore ad aspettarli… 3)quelli che non viaggiano mai, ti si siedono vicini, vedono che apri un libro e ti dicono: “beh però un po’ t’invidio perché a prendere il treno tutti i giorni chissà quanto tempo avrai per leggere”…. Mio Dio sì, effettivamente ne ho tantissimo, esattamente tutto quello che tu passi al caldo (o al fresco) della tua casetta, cenando ad un orario cristiano, preparandoti con calma al mattino prima di uscire, andando in palestra alla sera, ecc ecc. Ed io che pensavo (ingrata!) di tuffarmi quantomeno in una storia interessante per cercare di dimenticarmi dove mi trovo e ammazzare il tempo (sempre troppo!) che passo in viaggio…non so proprio riconoscere ed apprezzare le fortune della vita…
Poiché da raccontare ci sarebbero infiniti aneddoti, voglio chiudere citandone solo due: una volta il treno è partito da Milano e….ha sbagliato strada!impossibile, direte voi, invece sì, è accaduto davvero!!!Pare che vi fosse un sostituto macchinista alla guida e ad un certo punto ci siamo ritrovati dalla parte opposta della città rispetto a quella in cui saremmo dovuti essere.
Risultato? Il treno è dovuto tornare a Milano centrale andando indietro praticamente a passo d’uomo per non rischiare una collisione con altri convogli…e poi siamo ripartiti per il verso giusto: ci è andata bene però. In totale, oltre ad essere rimasti illesi, abbiamo accumulato “solo” un paio d’ore di ritardo!
Un’altra volta sentiamo un botto assordante, il treno esce dai binari e si blocca con un enorme frastuono e una frenata molto brusca. Iniziamo ad urlare, qualcuno anche a piangere; gli uomini provano a consolare noi povere donzelle impaurite.. ad un certo punto si diffonde una voce inquietante: abbiamo investito qualcuno. Il terrore diventa sconforto totale.. il personale di bordo si aggira con delle lucine guardando sotto di noi; ognuno spera che non avvistino nulla. Dopo un tempo lungo ed indefinito, quando gli sguardi volgono ormai verso la disperazione ci giunge un’altra notizia: ABBIAMO INVESTITO UN CINGHIALE!!!!! Ripartiamo e andiamo via dall’aperta campagna. Arriviamo, sollevati, con circa un’ora di ritardo. Poteva andarci molto peggio.
Ancora oggi non so se fosse vera quella storia che ci hanno raccontato, ma spero tanto di sì!