A guardarle sono perfettamente identiche, ma con un significato totalmente diverso. La mano destra agisce, ordina e prende, mentre la sinistra assiste, asseconda e tiene: una sorta di onore e disprezzo, tanto che nell’antichità la mano destra era considerata il simbolo degli aristocratici, mentre la sinistra quello dei plebei.
Non bisogna quindi meravigliarsi se fino a venti/trenta anni fa, i mancini sono stati guardati con sospetto, a volte quasi discriminati, costretti a scrivere contro natura.
Eppure la storia ci ha regalato dei mancini di eccellenza, passando da Leonardo da Vinci a Beethoven, Einstein, Charlie Chaplin, fino a Bill Gates, dando esempi di estro e sregolatezza, fantasia, creatività ed intelligenza: esempi di genialità, in chi predilige la sinistra, che però la scienza non è mai riuscita a provare. L’unico dato certo, secondo un ricercatore britannico che studia da decenni il fenomeno, è che i mancini hanno un gene in più rispetto agli altri, e che spesso si traduce in un vantaggio. Ciò non significa che il quoziente medio d’intelligenza sia più alto rispetto a quello dei destrimani, ma che possono avere abilità diverse che si esplicano in un talento musicale, artistico o matematico.
Teorie, comunque, che non convincono larga parte degli studiosi, i quali sostengono che dal punto di vista psicologico, semmai, può accadere che il mancino costretto a vivere in un mondo “pensato” per i destrimani sia più allenato all’arte di adattarsi e quindi a usare la fantasia.
Il popolo dei mancini, con la scomparsa delle discriminazioni, è comunque in aumento: sono di più nei Paesi Nordici rispetto all’Italia, all’Asia, e nei Paesi Islamici dove retaggi culturali e religiosi li obbligano a nascondere la loro vera indole.
Dell’importanza di essere di destra o di sinistra facciamone discutere i politici; smettiamo, insomma, di considerare il mancinismo come un difetto da correggere o un problema, anche perché un bambino, obbligato ad andare contro natura, può soffrire di disturbi psicofisici, come la balbuzie, e procurandogli dei danni veri.
Mio figlio, ad esempio, è un mancino “purosangue”, e calcia il pallone con un sinistro da sbaragliare qualunque difesa avversaria.