Le tante tribù dei piercing e dei tatuaggi
Le tante tribù dei piercing e dei tatuaggi
L'anellino all'ombelico, al capezzolo, il dilatatore al lobo dell'orecchio, il brillante al naso o alle labbra, quante sono le declinazioni dei "buchini decorativi" che si fanno su tutto il corpo, ormai da tempo, sia i giovani che i meno giovani.
Eppure questa usanza, insieme a quella dei tatuaggi, ha una lontanissima origine tribale, esiste da millenni, ed è sempre stata associata a rituali magici o a cerimonie di occorrenza, in cui si segna il passo per qualcosa di particolarmente importante.
E' evidente che poi nei tempi le usanze sono cambiate, ma qualcuno ha mantenuto il piacere di decorarsi in maniera definitiva o transitoria, come sono ad esempio i piercing, per cambiare qualcosa di intrinseco al proprio aspetto, disegnando o decorando con elementi esterni laddove si può.
Premesso questo, però, dato che le mode sembrano aver aumentato i fruitori delle decorazioni, ancorché stabilizzandoli ad oggi a una percentuale piuttosto bassa della popolazione, possiamo affermare che la tendenza ha coperto sicuramente meno della metà delle persone che vivono in Italia, anche se tutto dipende dal gruppo sociale che si va ad analizzare (ad esempio gli orecchini li hanno quasi tutte le donne).
In Italia tra i primi a praticare fori per metterci orecchini fu proprio un romano, di quelli dell'Impero, Giulio Cesare, che importò questa usanza dagli egiziani. Schiavi o padroni? Pare che i padroni dell'esercito lo portassero al capezzolo, mentre gli schiavi gladiatori lo portassero al glande.
Anche oggi tuttavia questi tipi di piercing sono praticati in studi che hanno l'autorizzazione per bucherellare le parti di corpo adatte all'uso, strutture in cui si ha la garanzia di igiene e di buon risultato.
Per il nostro cervello, però, ogni buchino e ogni tatuata rappresenta un momento traumatico, mentre per i nostri flussi energetici chiudere o logorare un passaggio con un elemento estraneo causa una difficoltà o un'interruzione nel flusso energetico.
L'oltre metà degli adolescenti che prova il diamantino, allora, è soggetta a problemi energetici? In realtà la situazione è più complicata: alla base della necessità di farsi tatuaggi e piercing vi sono sempre motivazioni psicologiche che non si possono ridurre alla sola moda di farlo.
Di conseguenza, che siate tra coloro che vogliono far parte di un gruppo tribale, o che siate tra coloro che di tatuaggi e di piercing non vogliono sentir parlare, in ogni caso sarete parte di un gruppo psichico diverso, che affronta le cose e le situazioni con uno spirito diverso, ovvero che per scelta o per non scelta, fa parte, di fatto, di una diversa, potremmo dire, tribù. Ma guardando a dove si fanno questi piercing e questi tatuaggi, potremmo, in qualche prossimo articolo, capirne qualcosa di più.
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