Parlare di estate equivale a dire mare, sole e divertimento. Vacanze, però, è il suo sinonimo per eccellenza. Qualcuno sta organizzando le ferie all’ultimo momento, altri lo hanno fatto per tempo, mentre c’è chi sta partendo: montagna, laghi, estero, luoghi esotici, itinerari culturali, oppure il solito stabilimento balneare. Le mete, insomma, sono svariate, ma lo scopo è comune a tutta la tribù dei vacanzieri: staccare la spina dalla routine e dai grattacapi del lavoro.
Poco preoccupa il traffico dell’esodo estivo, e nemmeno si ha voglia di arrabbiarsi se il condizionatore della macchina smette all’improvviso di funzionare, anche se capita in coda al casello dell’autostrada e quando arriva il furbo di turno a sorpassarti. Il fatto è che le partenze sono sempre segnate da uno spirito accomodante e dall’entusiasmo che tocca le stelle, e niente e nessuno può turbare il pensiero del relax che ci aspetta.
Il guaio, però, è che spesso vacanze non fa rima con pace e tranquillità.
I viaggi organizzati a volte risultano simili a dei “tour de force” sotto il solleone e quelli improvvisati nascondono i rischi del “fai da te”. E poi all’estero si mangia male, nei campeggi si dorme peggio, gli alberghi non sono mai come li vedi nei depliant e in roulotte fa troppo caldo. E i soldi, soprattutto, non bastano mai.
Anche per l’italiano medio che sceglie una settimanella nelle riviere nostrane, è un’illusione cercare di rilassarsi su una spiaggia che brulica come un formicaio. Seduti sulla sedia a sdraio si sgomita con il vicino di ombrellone e per entrare in acqua bisognerebbe prendere il numero come si fa al supermercato; inoltre i ragazzini fanno chiasso e ci distraggono dalla lettura del best-seller dell’anno, gelosamente riposto in valigia, e di sonnecchiare non se ne parla con tutte le radio che starnazzano.
Con i figli, poi, specie se piccoli, ad imporre comunque regole ed orari, si scende in spiaggia bardati di secchielli, palette, salvagenti e canottini ovviamente da gonfiare, costringendo i genitori ad un a continua vigilanza alla quale, i più pestiferi, riescono lo stesso a sfuggire. E allora sì, che sono guai.
Le vacanze, comunque, non sono tutte così da “Tragico Fantozzi”, ma viene da pensare che a volte niente è più rilassante del godersi le pareti di casa propria. Con la sveglia che non suona, la mattinata che comincia senza la fretta di sempre e la giornata da inventare. E con le persone che desideri, ovviamente.