Alto, sodo e abbondante. Questo il seno più bello secondo una recente ricerca che rivaluta sempre più le donne formose. Gli uomini lo sognano mentre le donne cercano di avvicinarsi a questo ideale ricorrendo, sempre più spesso, all'intervento di mastoplastica additiva. Ecco le ultime curiosità sull'argomento.
Al seno è attribuita da sempre una duplice azione : da un lato rappresenta il simbolo della maternità, dall'altro è l’espressione della femminilità, intesa anche come sessualità e ricerca del piacere. Per questo non ci dobbiamo meravigliare se una donna si senta meno tale a causa di un seno ritenuto esteticamente poco attraente. Questa convinzione à alimentata anche dall’attestazione generale che un seno grande sia decisamente più bello. Non è infatti un caso che da qualche anno, le donne di spettacolo, "più amate dagli italiani" siano quelle che esibiscono volumi da maggiorata (naturali o non). Il seno è dunque sempre più al centro dell'attenzione, a volte anche negativa: è il caso ad esempio di quelle donne il cui disagio nell'avere un seno poco sviluppato incide negativamente sulla loro qualità di vita, arrivando a condizionare anche le scelte più banali (come evitare un certo tipo di abbigliamento o di spogliarsi di fronte al partner). E' In questo contesto che la mastoplastica additiva permette alla donna di raggiungere un buon miglioramento estetico, e una forte autovalorizzazione di se stessa, trovando in questo intervento le forme desiderate.
L'aumento degli interventi di mastoplastica additiva, che si è registrato in questi ultimi anni non è dovuto ad una maggiore accessibilità economica, ma anche all'introduzione delle nuove tecniche miniinvasive, che danno la possibilità alla donna di operarsi in giornata, di ridurre i tempi post-operatori e di ritornate in breve tempo alla vita sociale.
Dimensioni personalizzate
La dimensione ideale del seno varia con le mode ma rimane comunque stabilizzata su un'abbondante misura. La maggior parte delle donne che ricorrono alla mastoplastica additiva, desidera un aumento del seno di due o tre taglie, chiedono in media di poter raggiungere una terza abbondante od una quarta. Scegliere la protesi è un passo importante che si stabilisce in concerto con il chirurgo in modo da far combaciare le aspettative della paziente con gli effettivi risultati che si possono raggiungere. Per questo la visita preliminare deve essere scrupolosa: il chirurgo dovrà rilevare alcune importanti caratteristiche del seno (misure, forma, qualità della pelle, proporzione del capezzolo e dell'areola) ma anche saper orientare verso la scelta della protesi più adatta al particolare caso, cercando di soddisfare il più possibile le richieste della paziente ma rimanendo allo stesso tempo fermo nel non assecondare pretese troppo avventate.
Informare la paziente
La visita preliminare ha anche lo scopo di mettere la paziente al corrente circa importanti nozioni relative alla modalità dell'intervento, la qualità delle protesi e gli accorgimenti da prendere nel post-operatorio. E' anche l'occasione per rispondere con disponibilità ed in maniera esaustiva a tutti i dubbi o le curiosità che la donna che ha deciso di sottoporsi alla mastoplastica additiva si sente di esternare. L'interrogativo più comune riguarda l’eventuale possibilità di allattare nel caso di una future gravidanza. La risposta a questa domanda è rassicurante: la mastoplastica additiva non pregiudica in nessun modo l’allattamento poiché l’intervento non interferisce con la ghiandola mammaria ed i dotti galattofori. La sottoscrizione inoltre, da parte della paziente, del consenso informato servirà inoltre ad informare su importanti dettagli ed eventuali controindicazioni che questo tipo di intervento comporta.
La candidata alla mastoplastica additiva
In generale si può dire che è una donna non soddisfatta delle dimensioni o della forma del proprio seno e che desidera attraverso la chirurgia estetica ritrovare la plasticità desiderata. Ecco i casi in cui viene praticata la mastoplastica additiva:
Ipotrofia
Il seno risulta poco sviluppato per un minimo o inesistente sviluppo della ghiandola mammaria. In alcuni casi la riduzione delle mammelle può essere causata da un eccessivo dimagrimento (essendo l’adipe in questa zona presente in abbondante quantità è chiaro che una riduzione del peso corporeo porti ad una riduzione del volume del seno).
Un seno piccolo o quasi inesistente può raggiungere un'ideale forma e plasticità grazie all'inserimento di una protesi. Per una resa estetica qualitativa la scelta degli impianti deve però essere adeguatamente valutata.
Ptosi mammaria
Il rilassamento del seno (avvenuto in seguito all'età, ad una o più gravidanze o ad una drastica riduzione di peso) rende le mammelle come svuotate: l’inserimento di una protesi riporterà la giusta rotondità e tonicità assieme al volume desiderato. Per un buon risultato estetico, naturalmente il rilassamento/svuotamento dovrà essere moderato altrimenti si ricorrerà all'intervento di mastopessi.
Se oltre ad essere di dimensioni ridotte il seno si presenta mediamente rilassato, l'inserimento della protesi in sede parzialmente retromuscolare contribuirà a restituire la giusta plasticità con risultati naturali.
In caso di mastectomia
La mastectomia è un intervento che amputa doppiamente la donna: sul piano fisico ma anche su quello psicologico. In questo caso la mastoplastica additiva contribuirà al recupero estetico del seno aiutando la donna a superare la drammaticità dell'intervento demolitore subito.
Le tecniche di intervento
Le moderne tecniche chirurgiche permettono oggi di eseguire la mastoplastica additiva in anestesia locale e la paziente può ritornare a casa dopo poche ore dall'intervento. La durata dell'operazione è in media di 40 minuti. L'inserimento delle impianti protesi avviene utilizzando tecniche diverse, differenziate da caso a caso, che prevedono incisioni a livello periareolare oppure lungo il solco sottomammario o ancora a livello delle ascelle. Anche il posizionamento della protesi varia di conseguenza: in sede retromammaria o dietro il muscolo pettorale. Inserendo l’impianto parzialmente dietro il pettorale il risultato appare più naturale ed il seno viene collocato ad un'altezza ideale. Una volta inserita la protesi, verrà ben tollerata dal tessuto del corpo che le isola con un involucro (capsula) che si crea per reazione: qui non esiste circolazione e pertanto nessun componente della protesi può venire in contatto con l’organismo ed interferire in alcun modo con la ghiandola. Eseguita la mastoplastica additiva viene applicata una particolare tecnica di sutura in modo che, a guarigione avvenuta, non rimangano cicatrici visibili. Il seno viene poi avvolto da un bendaggio compressivo da tenersi per circa una settimana. Alle pazienti viene consigliato di indossare un reggiseno contenitivo per proteggere le parti rimodellate da eventuali traumi per almeno un mese.
Ritornare a muoversi liberamente
Quando è possibile riprendere le normali attività quotidiane dopo una mastoplastica additiva? "Dopo un paio di giorni o al massimo una settimana anche se per 2-3 settimane sarebbe meglio astenersi dai lavori pesanti che possono coinvolgere ampiamente le braccia e provocare traumi al seno. Per evitare un indurimento delle mammelle, si consiglia un ciclo di linfodrenaggio manuale e l’automassaggio. Lo sport potrà essere ripreso gradualmente dopo circa un mese dall'intervento, mentre per le discipline più intense (come nuoto o tennis) è preferibile attendere un paio di mesi".
Questo articolo ha solo valore informativo, per qualsiasi problema rivolgersi sempre da uno specialista