Tutta colpa di Freud… o dell'amore?
Tutta colpa di Freud… o dell'amore?
Se il suo ex-socio Luca Miniero si è specializzato con grande successo nella commedia nord-sud, come ha dimostrato il recente "Un boss in salotto", Paolo Genovese sembra più attratto dalle situazioni corali e generazionali come in "Tutta colpa di Freud",  suo ultimo lavoro cinematografico firmato a tre con Leonardo Pieraccioni e Paola Mammini. Basta leggere la trama per capire quanto il tema dell’amore, declinato in tante sue possibili diversità, offra spunti da commedia ma anche di riflessione; si racconta dell’amore di un padre psicoanalista e divorziato (Marco Giallini) verso la figlia appena diciottenne, che perde la testa per un bel cinquantenne (Alessandro Gassmann), per giunta sposato (la moglie è Claudia Gerini) con la stessa donna della quale proprio lui sembra essersi innamorato dopo tanti anni di solitudine, che farà di tutto però per proteggere la figlia dall'inevitabile delusione; e ancora, degli amori gay dell’altra figlia, questa volta in senso inverso a quello a cui siamo abituati per cui non c’è l’ etero che si scopre omosessuale ma una lesbica dichiarata che decide di provarci anche con gli uomini; e, infine, si parla dell’amore quello senza parole, sperimentato dai personaggi di Vittoria Puccini (la terza figlia) e Vinicio Marchioni,  protagonisti di una tenera e complicata storia d’amore tra una ragazza udente e un ragazzo sordo-muto, che esplora un modo di rapportarsi all’altro basato solo sullo sguardo, sulla fisicità e sui gesti.
A dispetto del titolo, dunque, la psicoanalisi fa solo da sfondo a tutte queste vicende…
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