Ogni volta che penso al Cinema italiano penso a lei, Silvana Mangano. E' probabile che in buona parte sia merito del cinema di allora, che proponeva delle figure femminili fortemente carismatiche, forti e belle, di una bellezza italiana che resta - per forza di cose - nella memoria.
Nasce nel '30 appartiene certamente a un'epoca diversa, un'epoca in cui essere attrice, a differenza di oggi, richiedeva un grande coraggio, per far fronte alle critiche e all'invadenza della società, che poteva minare anche la vita personale se si sbagliava qualcosa, anche una piccolissima cosa, non come oggi, che il gossip rende famosi e promuove, specialmente, tutto ciò che è ribelle e anticonformista.
La sua vita inizia in modo semplice: figlia di un ferroviere siciliano e di una casalinga inglese, l'essere per metà straniera è un lasciapassare per il cinema, dove la donna italiana, ancora legata alla tradizione, negli anni cinquanta, faticava ad avere una sua immagine artistica slegata dalla realtà della vita quotidiana, bigottismo, diremmo oggi.
In linea con i tempi partecipa all'edizione del 1947 di Miss Italia, ma non è la sola donna del cinema ad esserci, vi sono anche Lina Lollobrigida, Eleonora Rossi Drago e Lucia Bosé che vince.
A renderla immortale nel nostro immaginario è il film "Riso amaro" di Beppe De Santis. Il film è uno spaccato di realtà contemporanea che narra la triste e dura vita delle mondine. Mondine che, però, nel film, sono femmine, sensuali e vere, un realismo italiano che resta attuale e che colpisce per la sua concretezza.
Si sposa giovanissima con Dino De Laurentiis e per un breve arco di tempo saranno l'una la fortuna dell'altro. Essere sex symbol negli anni cinquanta non è semplice, a difficoltà la Mangano recupera la sua personalità con un bellissimo film: "La grande guerra" di Mario Monicelli. Collabora poi con Gassmann, Sordi, Lizzani, ma la svolta vera e propria arriva nel 1967 con "Edipo re" quando incontra Pierpaolo Pasolini. Una pellicola da vedere, per poter amare questa attriche è "Morte a Venezia".
La vita privata della Mangano, però, è fustigata di depressione, eventi tristi, come la morte del figlio, la malattia della figlia e quindi il divorzio. Nonostante l'essere famosa, bella e bravissima i problemi avranno ben presto il sopravvento. Chiude la sua carriera con l'ennesimo film meritevole, girato nel 1987: "Oci Ciorne" di Nikita Mikhalkov, dove lavora con Marcello Mastroianni. Probabilmente di tutti i suoi film l'unico che sarà impresso nella memoria delle lettrici più giovani. Muore 12 anni dopo a Madrid.