Quando il 3D viene da casa nostra
Nell’occasione del centenario del naufragio della “nave indistruttibile” viene riproposto al cinema “Titanic” di James Cameron eccezionalmente in 3D.
Titanic porta in scena l’amore tormentato e tragico di Jack e Rose. Indimenticabili la colonna sonora firmata da Celine Dion, “My Heart Will Go On” che balzò in cima alle classifiche e divenne una delle canzoni d’amore più ascoltate degli ultimi dieci anni.
La domanda che ci si pone è però un’altra. Come si guarda Titanic ora rispetto a dieci anni fa? Quelli della mia generazione lo hanno visto nelle sale, in compagnia del fidanzatino o della fidanzatina, coccolandosi sulle poltrone del cinema e singhiozzando vergognosamente per oltre metà film. Eppure, questa stessa generazione, lo guarda con occhi nuovi. I più sensibili continuano a disperarsi, ma se prima ci si commuoveva per la storia d’amore – ingenuo occhio romantico – ora questa passa in secondo piano per mostrarci la tragedia. Non si pensa al Titanic però, quanto al Concordia ancora arenato sull’isola del Giglio, al comandante Schettino e alle vittime del naufragio di casa nostra che senza l’uso del 3D hanno vissuto il loro “Titanic”.
Dunque, se nel 1999 all’uscita nelle sale di “Titanic” si eleggeva Laonardo Di Capio sogno proibito di milioni di ragazzine, ora riproporre il film è solo una scusa per guadagnarci sopra altri soldi. Doppia beffa – per vittime e familiari - se si pensa che la sera della tragedia della Costa Concordia, Canale 5 modificò il suo palinsesto proponendo proprio il film di Cameron in prima serata. E visto che buona parte dei guadagni è legata al merchandising, l’azienda austriaca Swarovsky realizzò al tempo, una versione del “Diamante dell’Oceano” proprio con il pregiato e costosissimo vetro.
Il 3D si impone come scusa, ma non aggiunge e non toglie nulla al film, mai così attuale come adesso.
Autore : Angela Di Giacomantonio
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