Vanessa e Greta, la società attacca le bimbe e non lo Stato, perché?
Vanessa e Greta, la società attacca le bimbe e non lo Stato, perché?
Viviamo in un mondo ricco di controsensi. In Italia siamo stati per anni oggetto di critica anche da parte delle nazioni straniere, USA per primi, per alcune lacune normative che sono in collisione e che, nelle emergenze, fanno luce sul mancato senso di coerenza della nostra logica nella gestione delle cose riguardanti la politica.

Il caso di Vanessa e Greta è quasi un emblema. Due giovani sono state inviate, seppur su loro volontà, in Siria, in un periodo in cui la Farnesina ha reso obbligatorio o meglio consigliato senza deroga, il rimpatrio di tutti i connazionali italiani che sono presenti sul territorio.

Gli accordi di cooperazione nazionale tra stati, però, prevedono delle deroghe, su cui vi sono delle fantomatiche coperture logistiche e anche economiche, ovvero l'impegno a recuperare in via straordinaria persone oggetto di vessazioni o violenze.

Come nasce l'esperienza del volontariato di Vanessa e Greta: dopo le prime due missioni di pace e volontariato, grazie anche all'Università di Roma, le due giovani scrivono, sulla carta, in Italia, insieme a giovani siriani e in genere di nazionalità straniera, un progetto per liberare le terre siriane e le popolazioni locali dalle vessazioni.

Eroine degli studenti arabi costruiscono un piano per portare aiuti, attraverso la Turchia, in Siria, preparandosi a partire per seguite il progetto. Dall'amicizia, e anche dal potenziale amore, più volte espresso verso le due dai loro conoscenti, il dubbio che il progetto non sia fermo su se stesso, ma possa essere un'idea per la vita.

Le ragazze, Vanessa Marzullo principalmente, si sentono coinvolte in prima persona, decidono di dedicare la loro vita alla Siria. 

Arrivate però in Siria una brutta sorpresa: la loro storia e la loro volontà viene usata solo per uno scambio di
benefici: a loro viene chiesto un riscatto per poter tornare in Italia. Si diffonde la voce che il riscatto sia stato pagato. La polemicha infervora a tal punto che le colpevoli del rapimento, sembrano essere diventate loro, e non lo Stato italiano.

Lo Stato italiano più volte ha pagato per gli ostaggi all'estero e per gli ostaggi sequestrati in Italia, a volte rendendo poi impossibile la restituzione dei soldi per gli stessi ostaggi e per le loro famiglie. 

Quindi: ha una logica lasciar partire persone sulle quali non si possono fare piani di sicurezza sostenibili?

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