Ormai sono troppi i casi di omicidio in famiglia, sempre legati a storie complesse, in cui la presenza di armi a portata di mano la compie con la tragedia. Quella di oggi è doppiamente triste: da una parte un uomo che uccide tutta la sua famiglia, dall'altra la figlia dodicenne, unica superstite, che chiama la Polizia per avvertire che il padre le ha sparato in testa ed ha ammazzato tutti.
E' incredibile quanto ha fatto questa bambina: ci troviamo nel Queens, dove Jonathon Walker, di 34 anni, un ex giocatore di pallacanestro, prende la pistola ed uccide in sequenza: suocera, moglie, due figlie di 7 anni e la figlia di 12 anni. La bimba, con un proiettile che le ha trapassato la testa uscendo da un occhio e fortunatamente non lesionando parti vitali, riesce a chiamare la Polizia, che arriva in tempo per portare, solo lei, in salvo, in ospedale.
Poche ore dopo viene ritrovato anche il corpo del ragazzo, presso l'aeroporto più famoso del mondo, il JFK, anch'egli morto, suicida, nella sua auto.
Il fatto è accaduto ieri mattina, come riporta il New York Post, Christina Walker è ancora ricoverata in ospedale in condizioni gravissime presso il Long Island Jewish Medical Center. Il padre aveva giocato nel Portogallo ed era nativo di Buffalo.
La strage si è svolta in ambito domestico, prima che la famiglia si svegliasse, l'uomo ha chiamato il fratello, a Las Vegas, 20 minuti dopo, urlando al telefono di essersi pentito e di non poter tornare indietro.
La vicenda pone l'attenzione sulla detenzione di armi a uso personale in casa, poiché sono un potenziale rischio nei momenti di crisi, periodicamente la cronaca ci mostra avvenimenti di questo genere, in cui un raptus senza apparente spiegazione porta alla strage di un intero nucleo famigliare.