Storia del Carnevale (1parte)
Storia del Carnevale (1parte)
L’etimologia della parola Carnevale è tuttora molto discussa: potrebbe derivare da “carnem levare” (tradizione medievale di consumare un banchetto di addio alla carne la sera precedente il mercoledì delle Ceneri) o da “Carnalia” (feste romane in onore di Saturno), o ancora da “Carna-aval” (un invito a non mangiare carne). Di certo questa festa ha un’origine molto lontana, risale al periodo greco-romano, ed è strettamente legata alle cerimonie religiose pagane, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare gli spiriti maligni. Nell’antica Roma, infatti, si svolgevano diverse feste in onore degli dei lungo le strade della città che prevedevano l’uso di maschere: vi erano i Baccanali (in onore di Bacco) tra fiumi di vino e manifestazioni danzanti; la festa di Cerere e Prosperina che si svolgeva di notte e che univa nei festeggiamenti giovani e vecchi, nobili e plebei; i Saturnali (in onore di Saturno per propiziare un raccolto copioso); la Opalia (in onore di Opa moglie di Saturno); i Lupercali, feste della fecondità, in ricordo della lupa che allattò Romolo e Remo e così via. Con il Cristianesimo, poi,  questi riti persero il carattere magico-rituale e rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare. Nel quattrocento, la Chiesa cercò di sopprimere i festeggiamenti giudicati troppo pagani, ma il Carnevale ha continuato a dar vita a nuove forme celebrative e col tempo si diffuse in tutta l’Europa l’uso di fare grandi e festosi cortei mascherati, che percorrevano le vie della città. L’uso del travestimento permetteva lo scambio dei ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, l’esaltare i vizi ma anche le debolezze umane.
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