Quello che le donne non dicono
Quello che le donne non dicono
Se Pretty Woman fosse una realtà e non un'invenzione cinematografica, oggi, passando per le maggiori strade di ogni città, non vedrei donne umiliate nell'attesa continua di qualcuno che si fermi solo per un "Quanto vuoi".
E invece è così. Quando c'è il sole e quando piove. Vicino ad un benzinaio o nascosta sotto una fermata dell'autobus, c'è una ragazza giovane come me, che aspetta qualcosa. E non aspetta Godot... Non si pensi ad una dolce attesa. La prostituzione, nella nostra realtà, non è un lavoro. E' una costrizione.
Ragazze belle e giovani arrivano in Italia convinte di fare fortuna e di poter tornare, prima o poi, nel loro Paese, fra la loro gente. Ma quando si è dentro al giro, si gioca alla roulette russa.
Quante volte sono state picchiate? Quante volte una donna muore sul ciglio strada? Tutto passa inosservato, forse perchè la gente non sa. Spesso perchè la gente non vuole sapere.
L'unico rimedio a cui si è giunti è un ritorno alle "case chiuse", una possibilità che offre controllo e protezione, un modo per rendere legale un'attività che in Italia è proibita. A questo punto non resta che discuterne.
Proibire vuol dire sempre impedire? La Chiesa Cattolica sembra rispondere affermativamente. Le case chiuse renderebbero le donne una sorta di merce da supermarket.
Ma è possibile dover abbassare gli occhi di fronte ad una ragazza di colore che piange su un marciapiede?
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