Quando le vignette uccidono
Una chiesa silenziosa.
Un sacerdote in ginocchio prega.
Prega Dio per sè e sicuramente per il popolo in mezzo a cui vive.
Non é il suo paese, non é la sua gente, però per lui tutta la gente é di Dio, egli stesso é di Dio, allora prega per la sua gente.
Un ragazzo con la mente sconvolta entra nella chiesa.
Nella mano stringe una pistola, gli brucia nella mano tremante.
Delle vignette stanno sconvolgendo molta gente, stanno causando
discordia e morte.
Forse é stato istigato, magari costretto o é solo la sua volontà a spingerlo.
Deve uccidere o vuole uccidere o entrambe le cose: il risultato non cambia.
Spara...spara!
Il sacerdote cade martirizzato sull'altare dell'incomprensione, soccombe nelle tenebre della violenza.
Continuerà la sua preghiera in cielo anche per quella vittima dell'odio che ha premuto il dito su uno stupido grilletto.
Don Andrea Santoro, un'altro martire innocente.
Un ragazzo gli ha sparato, ma chi ha veramente ucciso sembra essere l'irrazionale mancanza di tolleranza.
A chi giova accanirsi con delle vignette contro una credenza religiosa?
Perché rispondere con la violenza, le uccisioni, i massacri?
Cosa non permette un dialogo pacato e costruttivo?
Mi viene da pensare che la religione conti ben poco e che ci siano altre ragioni, interessi ben diversi ad armare le mani di poveri giovani ragazzi.