Scoperto nei topi un nuovo 'bersaglio' per le terapie anti-obesita'. Si tratta di una molecola che serve a trasmettere la sensazione di sazieta', il Trasduttore di segnale e attivatore della trascrizione (STAT3). Secondo uno studio statunitense, pubblicato sulla rivista 'Nature', farmaci che potenzino l'attivita' dello STAT3 potrebbero ridurre il desiderio di mangiare e il grasso corporeo, senza interferire con altri processi metabolici e ormonali.
Martin G. Myers Jr, del Beth Israel Deaconess Medical Center (Harvard Medical School, Boston), ha studiato dei topi in cui era stato modificato il gene che produce il recettore per la leptina (LRb) perche' fosse privo dello STAT3. Le osservazioni hanno mostrato che, cosi', la leptina (una sostanza prodotta dai tessuti grassi quando si e' mangiato a sufficienza) non riusciva piu' ad orientare il metabolismo verso processi di consumo delle calorie. E la stessa leptina non riusciva piu' ad aumentare la sintesi di melanocortina, un ormone che agisce sull'ipotalamo, riducendo la fame. Tuttavia, la mancanza dello STAT3 non modificava gli altri effetti esercitati dalla leptina, come quelli sul metabolismo degli zuccheri o quelli ormonali (da cui dipende anche la fertilita'), perche' venivano mediati da altri tipi di recettori che non utilizzavano lo STAT3.
Secondo i ricercatori, questi risultati suggeriscono che e' possibile agire sul fattore di trascrizione STAT3 per ridurre la fame e mobilizzare i grassi corporei verso processi 'brucia-calorie', senza rischi di compromettere le altre funzioni associate alla leptina