Perchè non mi ascolti?
Perchè non mi ascolti?

Anche se in pochi la fanno realmente, questa domanda è quello che in tantissimi pensano: perché ti ostini a non voler comprendere quel che voglio dirti? Perché senti le mie parole, ma non le ascolti?

Dialogo e ascolto...

 

Non serve essere un coach per accorgersi che oggi sta venendo sempre meno una risorsa preziosa per tutti noi: mi riferisco alla capacità di ascoltare. Sono convinto che se si potesse misurare, scopriremmo che almeno la metà di tutte le liti, delle incomprensioni, potrebbero essere cancellate semplicemente imparando ad ascoltare. Non si tratta certo di una dote esclusiva di pochi o riservata a fortunati che l’hanno avuta in dono alla nascita, e lo sappiamo per aver provato tutti, almeno una volta, cosa vuol dire stare ad ascoltare o essere realmente ascoltati. Il problema sta proprio qui: capita a volte, ma non è una consuetudine; è l’eccezione e non la regola.
Penso ad una madre con cui ho avuto modo di parlare: era preoccupata per il figlio e la sua cattiva pagella scolastica, sicura che avrebbe “sprecato” il suo tempo e la sua vita se avesse continuato a non studiare.”Per quel motivo non studia?” le chiesi. “Dice che la scuola non serve a nulla”, mi disse, ma quando cercai di capire che cosa fosse importante per il ragazzo lei non seppe tirare nient’altro in ballo che il solito computer e le uscite con gli amici. Ascoltare è differente.
Spesso parlo con genitori che non osservano i loro figli, ma degli studenti, oppure non vedono in loro le persone che sono, ma solo il modello ideale che vorrebbero fossero. Si finisce così per attaccare un’etichetta (lo studioso piuttosto che l’estroverso oppure l’asociale) che preclude totalmente la vista: non possiamo ascoltare la persona se al suo posto abbiamo messo uno stereotipo. Non me ne vogliano i genitori per questo esempio, potrei dire la stessa cosa per molti ragazzi con cui ho avuto modo di parlare e lavorare, ma non cambia il succo del discorso: fino a quando non sceglieremo, finché non saremo disposti ad ascoltare, a togliere etichette e pregiudizi legati al passato, anche prossimo, faremo una fatica enorme a capire. Eppure basterebbe poco: basterebbe ascoltare e non pensare che “sappiamo già cosa vogliono dirci”, oppure che “sappiamo cosa intendono”, o ancora, molto peggio, considerare le persone per quello che sono state finora, escludendo ogni ipotesi che possano essere diverse, anche parecchio, dall’immagine che ce ne siamo fatti.
Alla fine è uno sforzo, perché qualsiasi cosa cui non siamo abituati ne richiede uno inizialmente, che vale la pena di compiere se le persone che abbiamo attorno ci stanno realmente, almeno un poco, a cuore. Forse alcuni storcono il naso, considerano amore e comprensione cose spontanee e naturali, ma si tratta invece di abilità, innate, sì, ma non per questo necessariamente espresse. Basta poco però: ascoltare una storia senza giudicarla, chiedere un opinione solo per conoscerla, lasciare spazio agli altri scendendo, almeno per un po’, dal palcoscenico, contenti di puntare le luci sugli altri, almeno una volta ogni tanto.
Piccoli e significativi gesti che possono darci la possibilità di capire e comprendere l’altro, quello che sempre più spesso ci intimorisce e dal quale vogliamo nascondere debolezze e dubbi. Anche coraggio e libertà sono necessarie per saper comprendere gli altri. Nella vita si può imparare tutto, ascoltare e comprendere, accettare ed amare non fanno eccezione.

 

Nicla

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