Santa Teresa: piccola e umile. Cerchi su Google e ancora non compare, trovi Santa Teresa di Gallura o Madre Teresa di Calcutta. Santa Teresa ancora non c'è, eppure c'è stata, è stata canonizzata, poco più di 3 ore fa, a Roma, davanti a oltre 100 mila persone, una sfilza di Capi di Stato e una fila lunghissima di celebranti che hanno accompagnato Papa Francesco nel cerimoniale, in Latino, per Madre Teresa di Calcutta, ora Santa.

"Dove c'è la chiesa ci deve essere una mano che offre aiuto" è la sintesi della presentazione a Dio della piccola suora di carità di origini albanesi, che tra i senza casta dell'India ha speso una vita intera.

Certo i senza casta: essere indiani e anche induisti diventa un rischio per chi non è nato dalla parte giusta. I paria, i poveri di cui si è ossupata Santa Teresa, non sono contemplati dalla religione induista, raramente sentirete un induista parlare bene di Madre Teresa di Calcutta, ma raramente sentirete un induista nominare Calcutta, la culla della povertà indiana.

L'India è così: una contraddizione di idee e di speranze, di ricchezza e povertà. Santa Teresa è intervenuta, seppure con evidente stile coloniale, laddove il Governo indiano non sarebbe mai potuto intervenire, vuoi per motivi sociali, religiosi e anche economici. Ha fatto il suo lavoro, lo ha fatto nel modo più giusto che potesse essere concepito, si è presa cura degli invisibili, quelli che nessuno voleva.
Oggi 4 settembre, dopo lunghi anni di attesa, si apre un nuovo percorso per la Chiesa cattolica, non più la missione di fede e di conversione ma quella della carità. Un insegnamento nuovo che supera il passato (MC).