Non ne parlano spesso perché – sotto sotto – è una piaga di cui ogni Stato affetto si vergogna. Si tratta dei combattimenti tra i cani, delle vere e proprie gare in cui in gioco c'è la sopravvivenza stessa dell'animale, addestrato a suon di quattrini, in mano al racket, non solo del traffico degli animali, ma anche delle scommesse.
I cani non hanno diritto a gare legali, bensì si tratta di gare illegali in cui la fine gara coincide con la morte o comunque con l'agonia pre morte, del cane perdente.
Ci sono molti luoghi dove si allevano cani destinati a fare i combattenti o destinati a fare i cani nemico addestratore, cioè cani da macello, spesso vengono dall'Est Europa, dalla Romania ad esempio, perché in realtà in Italia è difficile trovare colonie di cani da utilizzare allo scopo.
Il singolo cane costa poco, se non è il combattente ma una volta addestrato viene venduto a cifre altissime.
E' vero che dal punto di vista sociologico tale tradizione è antica, attualmente però è praticata solo illegalmente, con cani importati che sono più spesso dei Pit Bull Terrier, Boxer, Shar Pei, Pastore Tedesco, Rottweiler, Mastino Napoletano, Doberman, cani cioè che costano molto in Italia, per questo importati dall'estero.
In Italia esiste il racket dei cani, anche se non ne parla nessuno, ciò è testimoniato dal fatto che succede relativamente spesso alla GdF di arrivare nei luoghi dei combattimenti, il che presume anche l'esistenza dei luoghi di addestramento.
Intuire la presenza di un racket dei cani da combattimento non è facile, perché il tutto avviene nelle campagne o nei bassifondi, non certo nel centro città, tuttavia è bene sapere di non abbassare mai la guardia, poiché anche i lupi, nonostante la difficile cattura, possono essere interessati dal racket e specialmente per la riproduzione possono dare razze da incrocio cruente e violente. Vale la pena parlarne, dunque, tanto per tenere presente che il problema esiste (MC).