L'associazione Gi.U.Li.A. formata da giornaliste italiane, ha scritto un libro intitolato «Donne, grammatica e media», il libro è rivolto alla stampa di ambo i sessi, serve per ridefinire la correttezza dell'uso della lingua, nel giornalismo, sulla base delle linee guida indicate dall'Accademia della Crusca, in particolare per il trattamento dei generi maschile e femminile sulla stampa. Ma non solo.
Il genere femminile sulla stampa viene spesso sacrificato, il motivo per cui questo accade ha diverse interpretazioni, principalmente perché il riferimento mentale di chi scrive è legato al ruolo e non alla persona, ecco da cosa nasce poi l'errore. Ministro e Ministra, maschio e femmina, hanno lo stesso ruolo, il Ministro, ma per la grammatica usare il maschile al posto del femminile mette a tacere i connotati sessuali della persona e quindi diventa sessista, consapevolmente o meno. Le donne di Gi.U.Li.A. sono agguerrite e per questo hanno anche scritto un libro per discutere di come si deve trattare la donna sulla stampa.
A dare motivo ti tale pubblicazione, principalmente, l'uso ampio che si fa sulla stampa del maschile generalizzato, ad esempio per individuare ruoli o professioni. Per questo motivo, dal punto di vista grammaticale, la corrispondenza di genere viene a mancare.
Se nell'uso giornalistico il termine al maschile identifica anche la donna, per la grammatica non è così, di conseguenza, l'associazione richiama prima di tutto a usare una grammatica corretta che declini per sesso anche professioni e ruoli che le donne coprono nella loro carriera.
L'autrice Cecilia Robustelli è stata quindi al centro di un percorso nazionale, per la formazione dei Giornalisti, in cui si sono date indicazioni anche su diverso tema: ad esempio l'immagine della donna. Secondo la scrittura di genere, di cui si parla nei corsi di formazione per giornalisti, attualmente attivi in tutta Italia, diverse relatrici danno lettura dell'immagine della donna che appare sui media e del suo ruolo attribuitole, diverso da quello maschile.
In sostanza si accusa la stampa di dare un'immagine colorata, leggera e frivola della donna, limandone invece le responabilità e il ruolo. Nel libro, per cominciare bene, si trovano principalmente le indicazioni grammaticali da seguire per non fare errori nell'attribuzione del sesso alle donne, che sono donne, e quindi si declinano, sempre, al femminile.