Lavoro in nero: se facesse il PIL
Lavoro in nero: se facesse il PIL
Spaccio, prostituzione e contrabbando: secondo l'Onu tali attività illecite, seppure illegali, fanno parte del patrimonio economico mondiale. Non si tratta di primato in negativo, tuttavia, nella contabilizzazione dell'economia delle nazioni, pure le attività illegali, devono essere tenute in considerazione. La conseguenza di tutto ciò è che esse fanno parte del PIL. Per questo motivo anche l'Unione Europea è chiamata al dovere. Motivo per cui anche in Italia nella conta complessiva delle attività economiche, rientrano anche le attività illecite, dal 2015. Saremo dei delinquenti più ricchi? Purtroppo sì: tali attività, non essendo liberalizzate, non producono effetti a livello economico, non essendo tassate, ma producono redditi. E c'è da temere, poiché se sarà aggiunto al PIL anche il lavoro nero, arriveremo al paradosso che le tasse saranno molto più alte per chi è in regola, creando effettivamente un sistema non sostenibile. In altre parole: è interesse di tutti che le attività illecite diminuiscano notevolmente, nonché sarebbe bene che esse siano liberalizzate, onde poter essere effettivamente tassate rendendo ricchezza alle nazioni stesse, e non solo conteggiate.
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