Dove sono finiti il mezzo milione di italiani che hanno cancellato la loro residenza italiana in favore dell'estero? Secondo i dati che sono stati trasmessi stamane da ANSA sarebbero in Germania, qualche sparuta anima coraggiosa in USA; in Francia; in Belgio; in Australia; in UK.
Altrettanti, inoltre, ogni anno, in forma assolutamente temporanea, vanno all'estero per prestazioni lavorative o per fare fortuna.
E' lampante che il saldo migratorio tra italiani che se ne vanno e stranieri che arrivano è sempre in aumento, cioè sono molti meno gli italiani che escono e più gli stranieri che entrano, tuttavia, pur normalizzando il fenomeno europeo di migrazione semi permanente o temporanea, non va trascurato l'elemento cardine che distingue le migrazioni: esportiamo laureati che andranno a riempire le palazzine dei lavoratori all'estero, perdendo spesso lo status sociale in cambio di euro, importando sempre persone diplomate o laureate che trovano lavoro da operaio o specialistico.
Specialistico? Ebbene sì, in Italia aumentano nelle professioni sanitarie, nelle grandi imprese, nelle ditte, nelle piccole imprese individuali nonché nei service i lavori specializzati, ad alto reddito, che sono “bruciati” da persone che arrivano dall'estero.
Il mito dell'Europa a tutti i costi, inculcato dalla politica, che però se ne guarda dal prendersene la paternità, fa parte di una delle utopie europee, un mondo senza confini, liquido. In realtà dal finire della crisi è diventato sempre più chiaro che andare all'estero, per gli italiani, non conviene più, se non per una scelta per sempre.
Il rapporto nazionale sul lavoro dice che il trend è in atto dal 2008, ma la reale convenienza, a conti fatti, è solo per chi proviene dal Sud.
Genova, Roma, Palermo sono però le città che offrono più lavoro ai propri cittadini residenti, male Reggio Calabria. Milano si conferma come il polo di lavoro di attrazione d'Italia. Bolzano la città con più lavoratori sul totale dei residenti. Un lavoratore su dieci lavora in Italia e nel comune di residenza e di nascita, la metà si spostano, chi pendolari chi settimanali. Una piccola percentuale, ottocento mila persone, va all'estero ogni anno. Chi per un po' e chi per sempre (MC).