La scuola che cambia
La scuola che cambia
La scuola cambierà fisionomia e non solo! Secondo la recente riforma Moratti che abolirà il tempo pieno sono scesi in piazza tutti i genitori, pronti a manifestare il loro disappunto. Almeno questo la riforma lo ha fatto, accomunare tutti sullo stesso tema : la scuola ,e fare acquisire coscienza del problema . Insomma i genitori si occupano nuovamente come in passato dell’educazione scolastica dei propri figli.
Il tempo pieno non dovrebbe però scomparire dalla scuola elementare .Avremo di base 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nei tre anni successivi:se le famiglie lo chiederanno si potrà optare anche per le 40 ore. Ed è su queste 10 ore in più che si scatena il putiferio.
Si dovrà concentrare al mattino le materie primarie e nel pomeriggio altre attività che sarà la stessa scuola a scegliere. Le quali con meno fondi e meno insegnanti, faticheranno moltissimo a mettere insieme otto ore di effettivo tempo pieno! Chi potrà permettersi scuole private e bambinaie non sarà nemmeno sfiorato dalla Riforma! Ma il resto,l’occupazione femminile ad esempio , già penalizzata con orari sempre meno flessibili sarà sempre più costretta a scendere a compromessi.
Al massimo ci sarà un’impennata di lavori d’accomodamento ,cioè animazioni vari, baby sitting, ecc. e tutto ciò solo per attendere sino all’uscita dal lavoro mamma e papà. Infatti in Italia le politiche scolastiche non hanno mai tenuto conto della famiglia : né in termini di disuguaglianza sociale e né in termini di conciliazione e di aiuto alla donna. Infatti anche la Riforma Moratti sembra penalizzare le donne e amplifica il divario tra ricchi e poveri.
Sempre più ambigue le circolari inviate ai direttori didattici sulle norma da seguire sulle certificazioni di handicap per la richiesta di insegnanti di sostegno:salirà sempre più l’affollamento e scenderanno sempre più i posti per gl’insegnanti di sostegno(fiore all’occhiello dell’Italia ,unico paese che abolisce le classi separate) e saliranno le classi di numero anche in presenza di handicap( dai 20 ai 23 alunni).
L’obbligo scolastico è sceso dai 15 ai 13 anni ,perfino 12, visto che si entra a scuola un anno prima. Così i ragazzi saranno spinti a sceglier prima il loro destino. Al nord sicuramente andranno a lavorare al sud studieranno!
Gli istituti professionali passati dallo Stato alle Regioni con conseguenze inimmaginabili dureranno un anno meno dei licei .sono stati tagliati 70 mila posti di lavoro.
Nel bene e nel male la scuola italiana ha svolto un ruolo unificante , ora cambia direzione: sancisce le differenze. Siamo tornati a prima di Don Milani.
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