La rivolta del latte
In questi giorni, in Sardegna è iniziata una rivolta: la rivolta del latte.
Come segno di protesta, tutti i pastori sardi, si sono riuniti, e come ben si sa, l’unione fa la forza, e tutti insieme stanno buttando per strada, il loro latte di pecora che ogni giorno mungono.
Ma come mai nasce questa rivolta?
La rivolta nasce perché il problema è rappresentato dal prezzo troppo basso: un litro di latte viene pagato agli allevatori anche meno di 60 centesimi al litro, e a tale prezzo i pastori preferiscono buttare il proprio latte piuttosto che venderlo, perché a quel prezzo non riescono neanche a coprire le spese di gestione dell’allevamento.
Io, senza ombra di dubbio sono dalla parte dei pastori, ma è chiaro che le immagini di quel latte versato per terra fanno male.
Ma un piccolo ma grande gesto possiamo farlo anche noi nel nostro piccolo acquistando il latte e i prodotti caseari direttamente dagli allevatori, secondo una filiera diretta tra consumatore e produttore: in questo modo loro avranno la possibilità di aumentare un po' di più il prezzo del latte ed essere in questo moto gratificati del loro prezioso lavoro; noi invece abbiamo il vantaggio di pagare il latte non solo un po' in meno (grazie all’assenza delle figure intermediarie presenti in una filiera), ma avere in cambio un prodotto sicuramente di qualità superiore.
Ricordiamo che per chi non ha la possibilità di acquistare direttamente da un produttore, ma solo nei supermercati, occhio all’etichetta!!! Verificate che l’origine del latte del prodotto che state acquistando sia l’Italia! Attenzione a non confondere il paese di origine del latte dallo stabilimento di confezionamento.
Il latte prodotto in Italia è uno dei prodotti più controllati e più sicuri rispetti agli altri paesi.
Aiutiamo anche noi ai pastori a salvaguardare il loro nobile lavoro!