La donna in TV: un appello per la tutela della immagine
L’Appello Donne e Media di cui è proponente la dott.ssa Gabriella Cims chiede uno spazio ad hoc per parlare della rappresentanza femminile sui mass media: si tratta di un codice italiano per la regolamentazione di come la donna viene proposta, un codice di autoregolamentazione nazionale che assomigli a quelli approvati negli altri paesi della Unione Europea e la modifica del Contratto di servizio pubblico con la elencazione di 10 emendamenti elaborati dalla commissione femminile composta da centinaia di donne che si sono unite per alzare il livello del messaggio al femminile che viene trasferito con i mass media.
Di questo Appello in parte la Radio Televisione Italiana si è fatta carico, approvando il 18 maggio scorso la previsione di istituire un Osservatorio per monitorare la programmazione della RAI e per diluire la distorsione sociale che riguarda il settore media e donna.
Il progetto iniziale era stato seguito e proposto dalla parlamentare Emma Bonino, dei radicali, che insieme alla associazioni “Pari e Dispare” aveva coinvolto parecchie donne del settore politico, culturale e giornalistico, al fine di valutare una a una le trasmissioni televisive delle reti del territorio nazionale, per dare una lettura dei ruoli fissi della donna recitati nel mondo dello spettacolo.
Una serie di constatazioni da cui parte la mozione sono quelle che la donna ricopre dej ruoli specifici che la vedono comparire in forma di modella, velina, bella ragazza, cuoca oppure vittima protagonista di qualche disgrazia o violenza. Questi ruoli non tutelano la immagine della donna nella televisione, riporta la commissione, che ha stilato un documento sottoscritto da 70 politiche di ogni partito e formazione politica.
Fonte: CIF – Centro Italiano Femminile