La casa…da abitare o da vivere?
La casa…da abitare o da vivere?
Solitamente si inizia a pensare all’arredamento della propria dimora molto tempo prima di prenderne possesso. Si trascorrono interi mesi, se non anni, a disegnare, progettare, fare e disfare, ricorrendo a volte alla consulenza esterna di esperti, quali architetti e arredatori.
Si progettano e si definiscono gli spazi nei minimi particolari. Si decidono arredi, mobilia, corredi. Appoggiata a quella parete la credenza, sì la credenza “anticata”; e che graziosa l’angoliera, sarebbe ideale per l’angolo in salotto che ancora non abbiamo sistemato. Il posto per la scarpiera? Il posto per il canterano della nonna, il posto per questo, il posto per quello. Armati di riviste e di vere e proprie monografie sugli stili dell’arredamento classico o moderno, riusciamo a monitorare, organizzare, ordinare tutto nei minimi particolari.
Finalmente nella nuova casa! E’ magnifica, curata in ogni minimo dettaglio: siamo stati proprio bravi, abbiamo pensato finanche ai soprammobili convenienti.
Ma dal momento che si è creata familiarità con gli ambienti e le nuove atmosfere, già dopo un paio di mesi iniziamo a non esser più talmente soddisfatti del lavoro fatto in precedenza. Immancabilmente c’è sempre qualcosa a cui non avevamo pensato, qualcosa che abbiamo sottovalutato, qualche spazio che sarebbe stato meglio sfruttare in altro modo. E, se siamo fortunati, iniziano gli spostamenti di mobili, soprammobili e varie.
Già, infatti, se siamo fortunati…Nei casi estremi, si è addirittura costretti a ripensare l’intera organizzazione dei locali!
In fondo è così, l’entusiasmo iniziale spesso ci spinge ad arredare e corredare la nostra casetta come quelle che si vedono nelle fotografie delle riviste. Ma quelle sono appunto riviste! Le foto che vediamo sono ricostruzioni sceniche per così dire “sterili”, adibite cioè soltanto ad illustrare le tendenze e le mode dell’arredamento classico o moderno.
Nell’ambiente in cui si è deciso di vivere è necessario godere liberamente degli spazi. E come può accadere tutto questo se si pretende di preordinarli in maniera definitiva già molto tempo prima di occuparli?
Sicuramente ben venga la sistemazione pressoché sommaria che possa garantire una prima permanenza nel nuovo alloggio, ma l’esperienza è maestra nell’insegnarci che la casa è appunto un rifugio tutto nostro da vivere momento per momento!
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