L'AIDS è di moda, e miete sempre più contagi
L'AIDS è di moda, e miete sempre più contagi
"L'AIDS è di moda" è una campagna pubblicitaria benefica e non è una provocazione, parla di un'iniziativa che si terrà a Milano tra il 7 e il 12 giugno. Il motivo di questo strano slogan è presto detto: la Lombardia è la regione che si piazza tra le prime tre colpite dai contagi nuovi, si parla di circa 20 mila persone, su un totale di 94 mila casi diagnosticati.
I ragazzi più a rischio hanno un'età compresa tra i 25 e i 29 anni, parliamo comunque di ben 4 mila persone l'anno che contraggono la malattia.
Sembrano pochi, sul totale, ma non è affatto così: pensiamo che tra tutti questi nel periodo della finestra ci sono altre persone che hanno certamente contratto il virus, che emergeranno poi con il tempo, man mano che per profilassi la gente si fa il Test, che purtroppo non è ancora stato reso obbligatorio almeno un paio di volte nella vita.
La campagna in questione è promossa per iniziativa di Donatella Versace, stilista e Franca Sozzani, la direttrice di Vogue. In realtà la posizione di Donatella Versace non è chiara, perché il messaggio che è stato diffuso dai social network pare che non coincida con il messaggio che la Versace voleva dare.
Tralasciando però le questioni pubblicitarie entriamo nel merito: la campagna per Convivio e l'anlaids è stata ideata perché in Italia manca la percezione della malattia, c'è la convinzione che l'AIDS sia una malattia che riguarda solo pochi e comunque in tema di profilassi le aziende sanitarie locali non fanno molto. E' difficile infatti trovare nei centri sanitari dei kit per la protezione sessuale o per i tossicodipendenti, distributori di siringhe, guide alla salute che parlino in modo chiaro di come non si deve fare. Per di più ci sono ancora persone che - incuranti del risultato - disincentivano l'uso del preservativo nei rapporti in cui non si ha cognizione dello stato di salute del partner, che è per legge un diritto, poiché in caso di contagio si può fare causa. Insomma molta confusione e poche informazioni, ecco il perché di una campagna così dura da digerire, che invita a fare shopping piuttosto di darsi all'AIDS (MC).
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