L’ecosmartshop è un emporio di sostanze da ingerire, fumare e fiutare. E’ tutto legale. Ma legale non significa buono.
E’ legale perché il ministero dell’interno non ha ancora incluso questi elementi nella tabella delle sostanze stupefacenti, ma come avrebbe potuto? Nel mondo ci sono 1200 piante psicoattive e non sono state tutte dovutamente studiate. Di molte non si conoscono infatti gli effetti sulla sfera delle attività celebrali. Usare sostanze non controllate è un salto nel buio.
L’ecosmartshop di Milano è uno spazio molto glamour aperto da pochi mesi in uno dei quartieri più vivaci di Milano, in zona Na-vigli: pavimento lilla, pensili flou e arredi vintage anni ’70. Inoltre si è clonato rapidamente fino ad Agrigento, passando per Genova, Varese, Torino, Bologna, Firenze e Roma. Nuove aperture sono previste a Cagliari, Napoli, Verona e Bergamo.
I negozi che vendono sostanze psicoattive legali nascono come i funghi: è un vero boom. In Italia entro la fine dell’anno saranno più di cinquanta.
Tutto ciò mentre in Parlamento infuria la polemica riguardante le droghe, e soprattutto quelle leggere.
Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di psichiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano afferma quanto segue: “L’elenco delle sostanze stupefacenti, quindi vietate, preparato dal ministero dell’Economia sia incompleto. (…) Sanzioni a par-te, da un punto di vista etico vendere sostanze psicoattive legali, ma non sufficientemente studiate, è molto discutibile”.
I giovani, e non solo, sono lanciati bendati in una corsa folle e so-no imbevuti in una gran sete d’arrivare. Ma arrivare dove? La loro è una continua fallimentare ricerca di sensazioni. E’ questa la vera dipendenza.