Abbiamo liberato l'orgia, ora il sesso di gruppo con una donna ubriaca non è più un reato. Ecco fatto. La sentenza della Fortezza da Basso di Firenze può essere giusta o sbagliata, non spetta a noi dare il giudizio finale e morale alla vicenda.
Quello che però non torna sono le motivazioni che portano a un'assoluzione: in qualsiasi situazione si trovi una persona, in una favelas, in un bordello, in una chiesa, in un parco, in un garage, oltre che essere consenziente deve essere in grado di esprimere il parere di consenso o dissenso.
I preservativi nella borsa sono interpretati come segno di malaffare, sono al contrario un segno di attenzione verso la salute di se stessa e del prossimo; l'interpretazione ambigua e le dichiarazioni su una presunta omosessualità ritrattata che poi diventa bisessualità sono state interpretate come segno di disinvoltura, sono al contrario segno di profonda immaturità; il recarsi a un appuntamento hot in bicicletta è stato interpretato come stravaganza, è al più segno che la donna non intendeva tornare a casa in un vano merci, una serata normale; le movenze hot orgiastiche nel locale sono state interpretate come facilità nel rapporto, sono tutt'al più segno di una situazione che ha perso il controllo oggettivo del pudore e del buonsenso.
In una situazione, come tale, se la ragazza e i ragazzi avessero realmente optato per un'orgia, la vita vuole che si scelga un luogo idoneo, un appartamento, una casa, un luogo dove consumare comodamente con una persona al 100% disponibile a qualsiasi atto sessuale libero e procace di massimo godimento e piacere, non il sedile di un'automobile.
Ciò mi propende a far pensare che la conoscenza del sesso moderno da parte della Magistratura abbia acquisito parecchie nozioni in fatto di atti e gesta, ma abbia ancora poco assotigliato il limite del non condannabile, ai sensi del buon senso e della normalità.
Il mondo è aperto al domani, certo, e secondo quanto affermato la donna non è di debole intendimento, per cui ci si aspetta da questa sentenza un miglioramento per il futuro, che suvvia per fare delle orgie non serve più nascondersi in fondo alle grotte e alle fortezze, è roba d'altri tempi, qualcosa non torna, almeno culturalmente parlando, in fatto di trasparenza.
Un malinteso? Questo è uno spiraglio possibile, in buona fede o con malizia, poco cambia, il malinteso però che non può essere determinato da ciò che non riguarda i minuti precedenti il sesso, che non può essere determinato da altri rapporti avuti nella vita sessuale: nemmeno il precedente rapporto conta, le prostitute non si violentano, le ex mogli non si violentano, le ex fidanzate non si violentano, ma tanto più se una donna ha un rapporto sessuale con un amico, ciò non significa che abbia in automatico fatto l'abbonamento con la compagnia.
Un fatto increscioso ha stabilito la Sentenza della Corte di Appello di Firenze, definita della Fortezza da Basso che ha scagionato L. L., 29 anni, di Montecatini, regista amatoriale di film horror, difeso dagli avvocati Claudio Casciani e Salvatore Santagata; N. D., 28 anni, di Buggiano, assistito da Giuseppe Castelli; F. M., 29 anni, di Pieve a Nievole, rappresentato da Francesco Maresca e Serena Perna; L. R., 27 anni, di Pescia, difeso da Marta Stefani e Sabrina Bolognini; L. E. N. V., 30 anni, residente a Stabbia (Cerreto Guidi), assistito da Maurizio Bozzaotre; R. M., 27 anni, di Bagno a Ripoli, tutelato da Patrizia Polcri.
Diremmo meglio, delle persone incresciose. Essere incresciosi non è reato, ma è importante sapere di esserlo, incresciosi. Ancorché essa avesse acconsentito, L'unica frase che non reca offesa è quella che cita testualmente, il fatto non sussuste, e il resto è ancor più increscioso, più del fatto accaduto.