Psicosi da crolli della borsa, psicosi da attentato, psicosi da malattia: a farla da padrona sono i mass media, che per vendere delle copie in più tendono a leggere i fatti con una carica emotiva pesante, che non dovrebbe essere intrinseca al ruolo di dare informazioni correnti e precise.
Secondo l'Eurodap i mass media sono la causa delle maggiori psicosi di questo secolo. Vivendo nell'epoca dei social network la notizia arriva diretta sul telefono e colpisce dei recettori molto più vicini al sistema simpatico, ad esempio molto più incidente che la lettura da pc o addirittura da cartaceo. La distanza emotiva è quindi anche chimica.
Nel tempo dell'informazione su internet, infatti, la stampa non tradizionale, composta per la maggiore da persone che scrivono per il web ma non sono giornalisti, ha preso una strada malvagia, cioè quella del sensazionalismo a tutti i costi per avere like e per avere fidelity.
Quanto è tristemente accaduto potrebbe però essere oggetto di revisione, infatti secondo l'Agcom le notizie potrebbero essere al centro di un'analisi, effettuata attraverso strumenti moderni, adeguati a prevenire il panico di massa.
Dello stesso parere il patron del social network più famoso al mondo, cioè Zuckerberg, che proprio ieri ha lanciato l'agenzia che l'algoritmo di Facebook sta cercando un sistema per rintracciare alla fonte chi pubblica video hot, chi pubblica insulti e anche chi promuove notizie non vere o sensazionalistiche a scopo di fidelity.
La pulizia dalle immondizie è vicina, non resta che tornare alla normalità, puntando sulla precisione e sulla leggibilità di un contenuto, indipendentemente dall'effetto scenico che esso potesse generare (MC).