Costa Concordia: il disastro ambientale
Care lettrici,
sarete ormai tutte a conoscenza della tragedia riguardante la nave da Crociera Costa Concordia dal momento che nei telegiornali o nei talk show di approfondimento non si parla d'altro. Dopo quasi due settimane dal naufragio sono stati recuperati sedici corpi ma all'appello mancano ancora ventidue persone. Chiaramente è passato in secondo piano il possibile disastro ambientale. E' una corsa contro il tempo per cercare di evitare la fuoriuscita di duemilaquattrocento tonnellate di carburante stipato in diciassette serbatoi. La nave ora come ora sembra stabile e si può dunque procedere allo svuotamento delle cisterne oltre che alle continue ricerche nella speranza, remota, di poter salvare ancora qualche vita. Purtroppo è di oggi la notizia che saponi e detersivi si stanno sciogliendo nel bellissimo mare di fronte l'Isola del Giglio e, nei giorni scorsi, è stata avvistata una macchia d'olio, probabilmente fuoriuscita al momento dell'incidente. Nel caso in cui le operazioni, coordinate da una società olandese, non dovessero andare a buon fine, si tratterebbe di un disastro ambientale con pochi precedenti. Pensate che lo sversamento in mare di "sole" trecento o quattrocento tonnellate di carburante di una nave in Nuova Zelanda ha causato la morte di quasi ventimila uccelli marini e l'inquinamento di chilometri e chilometri di costa. Tutto questo per cosa? Per quello che in questi giorni è stato definito "l'inchino", un rituale effettuato dalle navi da Crociera, cha passano a pochi metri dalla costa e fanno fischiare tre volte la sirena in segno di saluto verso gli abitanti delle isole. Questa volta però sono passati troppo vicino. E adesso la natura potrebbe pagare un prezzo altissimo.
Autore : Giulia Stornelli
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