Corano religione di pace: la ferita universale della famiglia islamica
Corano religione di pace: la ferita universale della famiglia islamica
La donna nell'Islam? Non solo la donna, ma anche gli uomini e i bambini: un sistema che, portato all'estremo, mostra tutti i suoi punti deboli, che emergono ogni qual volta vi sono occasioni di conflitto e di scambio con culture diverse.
L'Islam appare come un sistema autoreferenziale, che si trova in enorme difficoltà non appena deve entrare in contatto con ideologie diverse, perché si basa sul concetto di esclusività e di conseguenza di automatismo sociale.
La donna è più sacrificata del maschio? Nel dettame teorico no, poiché il suo unico priblema dovrebbe essere quello di curare la vita famigliare, i figli, la pace e il benessere delle persone a lei affini. Di fatto però lo è eccome: i desideri, le tentazioni, il mondo contemporaneo, entrano in conflitto con il sistema sociale islamico, che reagisce non con l'integrazione, ma con dei "muri" di protezione: il burqa, il velo, le mura domestiche, il giardino della casa, i razzi e le pietre, dei muri per eliminare e asportare ciò che è diverso dall'Islam.
Da una religione d'amore e di concordia a una religione di sangue il passo è breve: un popolo possessivo e geloso? Difficile dare un giudizio lineare, dove gli stessi bambini e gli uomini pure, in occasione di incontro con l'altro, perdono tutto e sono schiavi di un'ideologia.
Se il Corano parla della famiglia come obiettivo primario del benessere sociale, il conflitto devasta la famiglia stessa e mette in discussione, distruggendolo, l'intero sistema.
Per un occidentale pensare a un sistema naturalistico, basato sulla coppia e non sull'economia, diventa impossibile, ma la società contemporanea mescola ciò, aumentano paradossalmente, con la libertà, la prigionia della donna islamica.
Nessuna via d'uscita dunque? Ebbene no, perché il Corano predica l'amore, è l'uomo che lo interpreta a suo uso e consumo, adeguandolo ai tempi secondo i fini di chi governa. Dunque la donna islamica non è oppressa dalla religione, ma dagli uomini che la circondano, i quali sono responsabili del suo benessere e del suo malessere, dunque colpevoli di sottomissione.
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