In epoca contemporanea si discute molto di conflitti politici, oscurando problematiche sociali quotidiane farcite di fantasmi angoscianti.
Un elemento cardine della società dovrebbe essere l’unità familiare.
Ma è questo più che altro vero?
Le famiglie sono naufragate nell’oceano della distruzione. Genitori e figli si allontanano in zattere solitarie, inquinando d’astio un mare pacifico.
Il cielo diviene terso d’incomprensioni che verniciano cupamente l’orizzonte.
Ci si ritrova soli e persi in un teatro dove si è in perenne ombra, tentando inutilmente di accendere fiamme di luce speranzosa. Ma com’è possibile illuminare una vita familiare, cancellando le difficoltà e ritrovando la forza di riabbracciarsi?
La dedizione per non far crollare un sogno deve ardere nel cuore di ogni dolce creatura, eliminando i conflitti interni della psiche. Perché ognuno di noi ha bisogno d’amore e di tenerezza, ma se non riusciamo a coccolarci in prima persona senza sentirci perennemente in secondo piano, tentare la costruzione di un futuro sociale sereno è vana. I conflitti psicologici interni sono un’erosione distruttiva, che solo noi con forza di volontà possiamo annientare. Per quanto possano rabbuiarci i mass media con i loro canoni di perfezione, dobbiamo comprendere che siamo un’armoniosa sinfonia, anche se non uguali alle altre.
Ognuno è importante per la sua unicità.
Seguiamo la nostra via, e magari rendiamo il percorso meno tortuoso possibile. Possiamo decorarlo con magnifici ciliegi in fiore e diffondere un venticello profumato, ma nel percorrere questa strada la pietra miliare è amarsi senza riserve.
Tutti vorremo tornare a casa dopo aver subito mille umiliazioni e cattiverie e, lasciando il dolore al di fuori della porta, rilassarci nel calore del salotto familiare.
Ma per accendere un focolaio di speranza, c’è la necessità di un impegno umano inzuppato nella costanza, nella tolleranza e nell’amore.
Non è più possibile continuare a girare film muti, è fondamentale la comunicazione e la capacità d’ascolto interiore e della società.
Siamo tutti macchine bioniche che, pervase da un senso esagerato di agitazione e corsa continua verso l’ignoto, dipingiamo nel nostro quadro aspetti superflui, tralasciando gli affetti sempre cari.
Forse, è giunto il momento di gettare la vecchia tela e di dipingere un quadro che dia rilievo ai dolci valori della vita.