Carnevale - Tradizioni
Carnevale - Tradizioni
La parola Carnevale deriva etimologicamente da “carnem levare” e starebbe ad indicare l’ultimo giorno, il martedì grasso, durante il quale il popolo si concede qualsiasi forma di gozzoviglia prima di cominciare il lungo periodo quaresimale, durante il quale si mangia invece magro.
Nel corso del tempo, con il termine Carnevale si è andati ad indicare periodi più o meno lunghi a seconda dei Paesi, dall’ Epifania al 17 gennaio oppure anche a partire dalla candelora, il 2 febbraio.
Il Carnevale più antico d’Italia risulta quello della città di Fano, esistono documenti che descrivono i festeggiamenti di questo periodo risalenti al 1347.
Tipiche del Carnevale sono le maschere, probabilmente derivanti dalla tradizione precristiana. Già nel Paleolitico, gli stregoni si adornavano di piume e sonagli per celebrare i loro riti magici e si coprivano il volto con maschere dipinte per scacciare i demoni spaventati dal loro aspetto terrificante.
Arlecchino è una delle maschere maschili più conosciute, rappresenta un demone a cui però va associata un’anima buffonesca, anche nell’Inferno di Dante lo si trova descritto sotto questo duplice aspetto. Probabilmente il rapporto tra il Carnevale e i demoni è legato alla connessione tra i riti di fertilità e gli abitanti degli Inferi.
Un originario carattere propiziatorio devono avere anche i carri adorni di festoni e mascherati nonché il lancio (tutt’ora diffuso) di arance, frutti ricchi di semi e succo che, per il principio positivo della tradizione magica, procurano fertilità e abbondanza. Così pure carattere ben augurale hanno i canti carnascialeschi, rime spesso licenziose, i balli e i veglioni, le gare e i palii, le commedie e le farse.
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