Sono finalmente riusciti a sposarsi, dopo 35 anni di clandestinità e sotterfugi, a dispetto di tutto e di tutti. E’ stato un matrimonio in tono minore, totalmente differente dal primo, che presentava grandi fasti e regalità. Guardando entrambi, non sono riuscita a nascondere un’ombra di malinconia per una donna che vi si era trovata in mezzo senza desiderarlo, una giovane e generosa donna che amava ardentemente la vita. Ho personalmente visto, ma mai incontrato, Lady Diana un paio di volte, l’immagine che ricordo è di una donna triste ed indifesa, sempre a capo chino, come se volesse proteggersi dal mondo. Le ultime immagini successive al divorzio, la vedono in lacrime dopo aver perso il titolo reale e la ritraggono poi allegra e apparentemente spensierata tra le braccia di un uomo che lei stessa sperava potesse renderla felice. Il sogno di Diana si è spezzato in una tragica serata a Parigi; il sogno di Carlo e Camilla, nonostante tutte le difficoltà ed i comportamenti adolescenziali, si è realizzato poche settimane fa a Windsor. Ancora una volta, nella vita, vince chi va contro le regole costituite, il tempo passa e tutto viene dimenticato e seppellito, esattamente come dice il poeta inglese Dylan Thomas in una sua poesia: “…benché gli amanti si perdano, l’amore sarà salvo e la morte non avrà più dominio”.