Quando una coppia si fa un regalo è sicuramente un bel gesto di reciproco amore, un modo per rinsaldare il rapporto, concedersi un momento di felicità condivisa. Così si può decidere di partire per un’ agognata vacanza o prendere un cane da accudire e le scelte non possono che apportare impulsi positivi.
Se però il regalo acquista la forma di un bimbo-bambolotto, poco o nulla rimane da celebrare, piuttosto si finisce per sfiorare un’ inquietante follia.
Esiste una nuova tendenza per spendere circa 2000euro che consiste nell’ acquisto di un bambolotto con imbarazzanti sembianze pari a quelle di un neonato reale. Eppure si tratta di plastica, lattice. Che effetto può fare rivolgere attenzioni, carezze, baci ad un oggetto, ad un essere NON vivente? Quali gratificazioni può lasciare?
Il Bimbo-bambolotto è l’ennesimo personaggio in una vita vissuta come fosse pura fiction, in cui in realtà di puro vi è ben poco, gli stessi rapporti si rivelano fittizi e le relazioni artefatte. Come si può non provare un senso di totale inadeguatezza nell’investire una bambola di quell’ importanza e quell’attenzione che caratterizzano l’ istintivo rapporto genitore-figlio?
Bisogna dunque interrogarsi circa la preoccupante osmosi in atto tra la vita reale e quella stereotipata, superficiale, ridotta a meri contatti simbolici e privi di desideri, sogni, sentimenti definibili sinceri.
Non è possibile trovare appagamento nel nulla, inventandosi paliativi per riempire il vuoto del cuore.