Nato per fare gli interessi del consumatore il tagliando di qualità compare in molte forme sui più vari tipi di prodotto ad uso alimentare, serve come Prova d’acquisto ma non sempre ha tutte le caratteristiche della prova di acquisto. Ma allora, effettivamente, a che cosa serve?
Per avere efficacia deve rispettare dei parametri, cioè offrire dei dati che possano servire al consumatore per comprovare effettivamente la qualità e l’acquisto di un determinato prodotto, fornendo delle informazioni anche sulla sua tracciabilità, ad esempio la partita o il lotto di produzione.
Alcuni dei Tagliandi di qualità però sono sprovvisti di queste informazioni, cioè non distinguono una confezione dall’altra, quindi sono utili solo a eventuali fini di raccolta punti, per il consumatore, al contrario, continua a fare fede il classico codice.
L’efficacia del tagliando di qualità è reale se consente di garantire all’utilizzatore finale la rintracciabilità del prodotto, cioè fare ricorso se il prodotto non è conforme, sapere come e dove è stato prodotto e specialmente quando e da chi.
Insomma, quelle che conosciamo come Prove di acquisto o meglio Tagliandi di qualità sono spesso dei simboli che sono fini a se stessi, rappresentano una idea che il consumatore si fa per poter far valere i propri diritti, perché sulla confezione sono rispettati i canoni di stampa dei dati indispensabili per la messa in commercio di un prodotto, ma per se stessi sono perfettamente inutili.
Morale della favola: se un alimento dovesse essere deperito, mal confezionato o intossicante non tagliate mai la prova di acquisto dalla confezione, ma fate copia della intera confezione, pena la invalidazione del vostro ricorso.