Il tatuaggio è originario di Thaiti in Polinesia o della Cina? Non è facile dare una risposta a quella pratica che consiste nel disegnare sul corpo con un inchiostro e degli aghi delle sagome colorate o nere che abbelliscono il corpo e donano un aspetto originale e diverso dal comune.
Il tatuaggio, tuttavia è stato importato in Europa dal Capitano James Cook, che dopo un viaggio in Polinesia ha copiato questa pratica, di origini preistoriche, trasducendola in Europa, dove non era conosciuta.
Risalgono a 5 mila anni fa i primi resti di tatuaggio nel mondo e dal punto di vista antropologico i significati che hanno nelle diverse culture di rinvenimento paiono essere molto diversi e a dirla tutta, anche molto sorprendenti.
Siamo abituati a concepire il tatuaggio alla moda Tahitiana e Mahori, ovvero come disegno di abbellimento che risaliva a ruoli specifici nella società, ricoperti da chi si tatuava, spiritualismo e guerra, sono principalmente i duo tag che potremmo legare alla "nostra" di tradizione del Tatoo. Il tatuaggio come simbolo personale, di appartenenza a un gruppo o motivazionale, che si riallaccia alla psiche e alla vita interiore della persona.
Ci mancano però, al contrario, le pratiche storiche che derivano dalla lontana Cina: il tatuaggio, secondo reperti archeologici analizzati con il metodo del carboncino, hanno evidenziato che in Cina il tatuaggio era usato per scopi completamente diversi.
Sappiamo molto della pratica di agopuntura e della riflessologia, della meditazione e del massaggio, ma ci manca un tassello: insieme a tali pratiche di medicina alternatica orientale che abbiamo spesso provato anche noi occidentali, vi era il tatuaggio.
Il tatuaggio consisteva dunque in iniezioni con materiali sanificanti che possono essere raggruppati in antiossidanti, antinfiammatori e antipiretici o antibiotici naturali, insieme a un infuso di erbe coloranti che gradualmente lasciavano il segno nella parte profonda della persona che si sottoponeva a tali trattamenti.
Sono stati dunque rinvenuti tatuaggi geometrici precisamente disposti lungo i muscoli della zona cervicale, della zona lombare, della zona vertebrale mediana che risalgono non alla tradizione, bensì alla medicina cinese.
Disegni precisi che sono stati effettuati attraverso iniezioni con aghi, che hanno un aspetto regolare, decorativo, posizionati esattamente dove noi occidentali, ora, posizioniamo dei tatuaggi tribali: longitudinalmente sulla lombare, lateralmente alla colonna vertebrale, sulle due spalle.
Questo insieme di pratiche lascia aperto un vasto campo di studio moderno all'utilità del tatuaggio anche a scopo scientifico: si nota che, spesso, i punti energetici nevralgici, detti "chakra" non sono mai bloccati dai tatuaggi, raramente infatti ci si tatua la gola, lo sterno, la zona dell'ombelico o del pube.
Secondo la medicina alternativa, se vogliamo la medicina orientale legata alle pratiche di meditazione e di yoga, infatti, il tatuaggio posteriore darebbe energia positiva, ovvero una carica che il nostro corpo potrebbe ricevere indirettamente, seppure senza iniettarsi antiossidanti o antidolorifici insieme all'inchiostro. Al contrario i tatuaggi anteriori, bloccando di fatto il transito energetico, sarebbero negativi sull'energia, causando un accumulo di energie negative a danno di chi li pratica.
Chiaramente, nel mondo moderno, abbiamo mezzi sofisticati molto più veloci per essere felici, training, psicofarmaci, meeting motivazionali, sedute psicanalitiche, medicina moderna. Tuttavia tenere conto anche di quella che è stata la storia da 10 mila anni fa fino al '500 dC non è poi male, se consideriamo che gli anni dietro di noi sono comunque sempre più "lunghi" rispetto agli anni che abbiamo davanti a noi. Qualche informazione in più, dunque, se ci saranno studi che obiettivamente daranno risultati apprezzabili, non fa mai male.