Moda
Moda
Moda è soprattutto estro, fantasia, intraprendenza, voglia di distinguersi e come sempre c’è chi per noi pensa a tutto questo.
Le passerelle di New York, vogliono una donna nuda, velata, che scopra le sue forme, avvolta in mini abiti. La donna del 2000 è una donna cibernetica, aggressiva, con lo sguardo perso negli spazi più infiniti ma che non sa rinunciare ad una malizia ingenua ed un romanticismo che fuoriesce da un gusto floreale. Ed i fiori sono il motivo predominante della Collezione di Laura Biagiotti.
Da sempre la moda è anche gusto per l’esotico, per cio’ che appare lontano ma raggiungibile negli abiti di Roberto Cavalli sui quali si puo’ sentire l’eco di paesi della Lapponia, del Perù, del Canada. La passerella è come un grande albergo di Rio de Janeiro, la collezione presenta degli smoking di pelle o completi in elastico su cui sono applicate striscioline di camoscio, di rettile, di pelle di pesce: un principe di Galles “impazzito”, mischiando bianchi e neri, turchesi e rossi, gialli e arancio.
Allegria da post-millennio in passerella da Versus: testimonial della linea giovane disegnata dalla stilista italiana Donatella Versace, che per la prima volta dopo due stagioni di assenza, è tornata a Manhattan, sono stati Rupert Everett e Madonna. La musica techno-punk dei Rythmes Digitales è assordante nell’antro del Roseland, la sala da ballo anni 50 a nord di Times Square dove, su una passerella di cristallo rosso fiamma, sono sfilate le proposte Versus per la primavera-estate del nuovo millennio.
La collezione uomo dello stilista statunitense Calvin Klein, mantiene la sua precisione: le tinte vanno dall’azzurro appena accennato al blu notte, dal rosso mattone al corallo con flash di verde menta. La silhouette è semplicemente americana, la camicia è sempre dentro i pantaloni, a gamba dritta, aderenti o anche larghissimi.
Uomo e donna in passerella si trasformano, assumono mille volti, mille forme: dalla donna di Moschino, coperta di “stracci” di lusso, a quella di Gucci, una “femme fatale” avvolta in pantaloni aderenti che terminano a zampa.
Dall’uomo di Prada, che è frivolo e serioso, estremo nei sandali di vernice, a quello poetico, impegnato con cravatte di broccato e calzoni corti sopra il malleolo, per Romeo Gigli.
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