La storia della bambola è un po’ misteriosa. Alle origini le bambole venivano utilizzate per riti magici e per corredi funebri come quelle collocate accanto alle mummie egiziane nel 2000 a.c. e nei sarcofagi romani. Infatti, come testimoniano gli scavi archeologici le bambole si annoverano come giocattolo più antico della storia. La bambola dolce, carina e come compagna di giochi delle bimbe si introduce nel Medioevo. Fatta di pezza o di legno la bambola acquista la sua inconfondibile eleganza e l’aspetto vicino a quello di una persona. Nelle corti rinascimentali le bambole erano considerate beni di lusso tanto da rappresentare un vero e proprio vizio delle donne ricche e capricciose. Verso il 1700 la bambola inizia ad amalgamarsi ai dettami della moda tanto da evolversi anche nelle figure di manichino per realizzare e misurare abiti, gioielli e accessori nelle corti regali. Arriva poi la rivoluzione industriale e scatta il boom della produzione di bambole che vengono realizzate con tanti nuovi materiali comeil biscuit e la porcellana lucida, soprattutto per la realizzazione della testa. È in questo stesso periodo che prende il via una pratica tutt’ora in uso: il collezionismo di bambole. In Italia, intorno a i primi del ‘900 a Tornino nasce il primo noto marchio produttore di bambole: il Lenci. Non è finita qui. Bisognerà aspettare ancora alcuni anni prima di una vera invasione di bambole e di collezioniste . Nasce infatti negli Usa “Barbie” che entra nelle case di milioni di bambine nella veste non di bimba da cullare ma di amica, modello al quale ispirarsi. Il successo industriale è immediato grazie anche alla miriade di collezionisti che si stavano formando in tutto il mondo. E se oggi forse, le bambole sono più le donne che abusano della chirurgia plastica, il fascino delle bambole resterà immutato nel tempo.