Vestirsi a strati è la tendenza obbligatoria della mezza stagione autunnale: all'alba sembra già inverno, poi con il sole delle 10 fino a metà pomeriggio si ha troppo caldo e si rischia di sudare, la sera è tiepido ma umido, di notte un freddo barbino che dalle 20 in poi non lascia scampo. Tra nord e sud inoltre ci sono parecchie differenze: il sole autunnale del nord scotta e quello del sud ristora.
Allora come fare? La nonna diceva sempre: "vestiti a cipolla" che per una nonna significava canotta, maglietta di cotone a maniche lunghe e mantellina. Ma le nonne hanno ragione e sono ancora attuali?
Secondo quanto serve pare che sì, siano ancora attuali. Ora però è molto diverso da tanti anni fa, molte donne non usano le canotte perché fanno sudare negli ambienti chiusi dove il clima è temperato e non è carino denudarsi e rivestirsi ogni volta che si entra o si esce da un ufficio o da un locale.
Cambiando le necessità quotidiane sono cambiate le strategie: golfini, magliette a mezze maniche, mantelline, camicioni, tutto serve per essere alla moda ma stare bene con il proprio corpo.
Alcune regole della "cipolla": gli strati non dovrebbero essere più di 4, altrimenti si diventa pericolosamente bollenti e anche l'estetica ci rimette; i colori meglio se abbinati, quando monocromo, a 3 tinte al massimo, se pluricromatici, cioè con fantasie, meglio mescolare con decisione abbinando pezzi classic a pezzi estrosi; il tessuto poi non passa in secondo piano perché il cotone non abbina con la seta, la lana non abbina con la pelle, il sintetico non abbina con il cotone.
Ecco quindi quanto serve sapere per una buona vestizione a strati, senza sudare, accumulare odorini cattivi, sembrare usciti dal sacchetto del robi vecchi, buona "cipolla" (MC).