
Quegli odiosi bollini non compostabili sulla frutta fanno pensare all'idiozia del mondo moderno: si fanno battaglie per la differenziata, per i prodotti biologici, per non inquinare e poi, quando ci si trova nei negozi delle grandi catene o nella distribuzione di frutta all'ingrosso, si ha a che fare con la follia in diretta di una bollinatura sui singoli pezzi. I bollini non sono compostabili e non sono organico, per cui, se per caso siete tra coloro che sbucciano la mela e la frutta, dovete fare in modo di toglierli prima, altrimenti avrete un organico inquinato con plastica e coloranti.
Alcuni bollini sono compostabili, sono di carta e possono finire nell'umido, quando invece sono di plastica, no. La sperimentazione per i bollini di carta è stata fatta nel 2023 in Francia e da qualche tempo è possibile trovarli in commercio anche sulla frutta italiana, per quando concerne la mela, invece, no. La vicenda più singolare però è di alcune marche, che propongono il prodotto biologico con questo bollino.
La Sinclair Systems è un'azienda americana che già nel 2008 ha creato Ecolabel, il primo bollino in acido poli lattico con la certificazione OK Compost Industrial e Seedling. Il materiale deve essere compostabile, biodegradarsi, essere compatibile con gli alimenti, non contenere delle colle inquinanti e quindi essere adatto alla frutta con buccia edibile.
Proporre ad oggi un alimento che abbia un bollino di plastica è improponibile: quindi, al netto del rischio della sofisticazione alimentare, tenuto conto del costo che ha applicare un bollino alla fine del ciclo produttivo, sarebbe bene trovare un sistema che possa garantire i controlli perché al cliente non siano venduti prodotti alterati o scambiati, ma altrettanto non si applichino bollini che non sono adatti all'ambiente.
Molte aziende hanno deciso di applicare una scelta green, cercando di non applicare i bollini sulla frutta, ma di garantirne l'originalità attraverso altre formule, ad esempio la documentazione certificata, controlli su tutta la filiera, etc.. altre applicano il bollino con il nome del prodotto, che dovrebbe garantire il modo in cui è stato trattato, altre aziende applicano bollini il cui senso è francamente decorativo, altre applicano bollini etichetta, dove la realtà supera la fantasia, perché dovrebbero essere delle carte d'identità del singolo frutto. Sicuramente un buon metodo per aiutare i commessi a mettere la frutta nella cassettina giusta, ma dal punto di vista delle vendite poco cambia, se non la mania di vedere tutto scritto sulla monoporzione, non abbiamo alcun vantaggio rispetto alla nomenclatura da banco. Inizieremo a timbrare le singole fette di pollo e di tacchino? Semplicemente ridicolo. Potremmo marchiare il pane, etc..quando basterebbe un QR code.
Un bollino compostabile non è adatto alla frutta che subisce troppe manipolazioni, che può essere messa in luoghi umidi, etc.. l'aspetto di un frutto con bollini biodegradati abbassa notevolmente l'appetibilità del prodotto e - nel mondo globale - è difficile che questi adesivi possano diventare motivo per attirare la clientela. Sono una garanzia, ma prevalentemente per chi? Sono comodissimi per non mescolare le diverse tipologie di mela, ad esempio, o di arancio, o di banana, perché si potrebbe incorrere nel rischio che un commerciante acquisti una banana di un marchio secondario e la venda al prezzo del marchio principale, ma veramente le persone, invece di guardare l'aspetto organolettico, comprano secondo l'etichetta?
Chi garantisce che la bollinatura sia originale e che non sia contraffatta? Certo, in caso di controllo la bollinatura falsa sarebbe un bel problema, ma questo cambia qualcosa nei confronti del cliente? La frutta e la verdura sfuse, che non hanno la bollinatura, sono forse meno valide della frutta e della verdura con la bollinatura? A mio parere, queste, sono delle mode, dei trend, che servono certamente per alcuni versi, ma che in sé vengono praticati solamente per avere comodità. Sono tendenzialmente del parere che le aziende che le propongono al cliente, siano quelle che probabilmente meno pensano alla sofisticazione alimentare, amano a tal punto il loro prodotto, da volerselo flagare con la firma pezzo per pezzo.
Come si diceva in Romeo e Giulietta: Che cosa c'è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. William Shakespeare