Magia verde: quello che non sappiamo delle piante. Parte 2
Magia verde: quello che non sappiamo delle piante. Parte 2
Cari lettori di Donnissima, continua il nostro viaggio all’interno del mondo di quella che ho battezzato magia verde. In questo post vi parlo del Ricino e dell’Oleandro. Il ricino è noto per le sue proprietà purganti ma il Ricinus communis, dai fusti purpurei e grandi foglie, cresce spontaneo nei climi miti delle regioni mediterranee. Coltivato come pianta ornamentale per l’aspetto “esotico”, richiede però attenzione per i suoi frutti che contengono semi lucidi e striati, molto tossici: l’ingestione di 3-4 semi può essere letale. Famoso come purgante, se usato in quantità eccessive può risultare irritante per l’apparato digestivo. Inoltre, possiede anche qualità emollienti e cicatrizzanti per la pelle e ricostituenti per i capelli secchi. Un ottimo impacco di due ore di una tazzina di olio tiepido di ricino e poi risciacquare.  L’oleandro invece, ha una storia molto particolare. Infatti, secondo  una leggenda cristiana i pretendenti della Vergine Maria dovevano deporre sull’altare una verga fiorita. Quella di San Giuseppe, fatta di oleandro, germogliò appena deposta e la scelta ricadde su di lui. Fu così che l’oleandro, Nerium oleander, fu chiamato “mazza di San Giuseppe”. Arbusto sempreverde originario dell’Asia, è conosciuto come pianta ornamentale e perfino come spartitraffico. Fiorisce a Luglio sprigionando la sua fragranza nelle notti più calde. Velenoso in ognuna delle sue parti, è però impiegato a scopo terapeutico sotto forma di estratti per tutte le forme di insufficienza cardiaca.
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