Corto, ristretto, lungo, macchiato, espresso, americano, tazza grande, tazza piccola, ghiacciato, bollente, e poi chi ne sa di più le dica, perché se una cosa non possiamo negare, in Italia, è di aver declinato il caffé, semplice o aromatico, nelle forme più disparate e nei mix più improbabili. Ma cosa nasconde di così magico un chicco di caffè?
Il rito certamente ha il suo perché: dopo pranzo non si muove un dito se prima non si è bevuto un buon caffé come si deve. Ma per la salute?
Secondo gli esperti il caffé porta notevoli benefici all'organismo, in quanto esso contiene caffeina, che insieme alla taurina è uno degli eccitanti ed energetici neurologici più efficaci.
Dopo il pasto velocizza il metabolismo e favorisce la digestione, migliorando lo smaltimento dei grassi, anche se non fa dimagrire, attenzione.
Nei momenti di sonnolenza aiuta a tenersi svegli e ad aumentare l'attenzione, ma solo fino ad un certo punto, in overdose causa tachicardia e ansia.
Per ogni persona esiste una dose di caffé ideale che va da zero grammi a ottanta grammi, oltre gli ottanta grammi diventa rischioso, parliamo del caffé dello studente, che in Italia si è diffuso con l'epoca delle Università. In America i superstressati hanno raggiunto la soglia della Mug di caffé molto prima di noi, optando però per il caffé Americano, si tratta di due tazzine di caffé, cioè un doppio, allungato in acqua calda. L'effetto per mantenere alta l'attenzione è identico, infatti il caffé inizia a lavorare con 10 grammi circa e oltre i 40 si ottiene l'effetto contrario. L'ideale è un massimo di caffé ogni 4 ore, che significa 3 o 4 caffé al giorno al massimo, parliamo di caffé normali in tazzina. (MC)