La donna sembra essere colpita dalla Sindrome di Affaticamento Cronico (CFS) più del maschio, sono i dati statistici a dimostrare che questa situazione è la più diffusa, poiché rispetto al maschio l'incidenza è di circa 1 caso verso 3.
Si parla di questo genere di sindrome quando non si riescono a trovare delle cause alternative a cui potrebbe essere dovuta la CFS: si tratta cioè di un problema che si collega al Sistema Nervoso Centrale e al Sistema Immunitario, che causano ripercussioni dirette sul Sistema Cardiocircolatorio e Muscoloscheletrico.
La causa principale di questa sindrome è da ricollegarsi alla contingenza di tre fattori: fattore socio/ambientale, virus particolarmente ostici e stress. Qualora avvengano questi fatti in concomitanza, specie per via del ciclo ormonale femminile, il rischio di cadere nelle sindrome è piuttosto alto.
La stanchezza cronica è uno stato di salute deficitario che intercorre per un periodo superiore ai sei mesi di tempo, arriva ad essere debilitante per le conseguenze che comporta su tutto l'organismo. Riduce l'attività fisica di oltre il 50% rispetto alla normalità.
Dal punto di vista strettamente diagnostico esclude malattie e infezioni, traumi e disagio psichico, in situazione non anomala si verifica quindi spossatezza estrema e prostrazione.
Le conseguenze collaterali sono le seguenti: problemi e deficit della memoria, linfoadrenopatia, mal di testa, dolori muscolari, sonno cattivo. Colpisce prevalentemente le donne di età compresa tra i 35 e i 40 anni. Comporta esclusione sociale, poiché tendenzialmente si imputa per non conoscenza della sindrome alla pigrizia e al lassismo, mentre la persona che ne soffre non trovando spiegazioni aumenta il disagio con vergogna e con umiliazione. Da cui una tendenza all'isolamento in casa, spesso anche a letto.