Non sai mai che cosa bevi, fino a che qualcuno non ti aiuta a cogliere il lato interessante del cibo. E' il caso del chinotto, la bibita scura che somiglia un pochino alla cola, ma che ha un sapore intenso tipico del suo frutto, una specie di limone meno acerbo e più sostanzioso, che in Italia è molto conosciuto nelle località liguri, dove la bevanda è stata insignita del marchio Slow Food per la sua autenticità e tradizione.
Il chinotto è un frutto, il Citrus Aurantium, che viene trasformato in bibita per la grande consumazione da almeno un secolo, i primi furono probabilmente i creatori di Chinò, l'attuale bibita, che ne diffusero la distribuzione in tutto il mondo. Tuttavia il presidio Slow Food ha indicato nel Chinotto di Savona, la bibita più antica e più attinente alla tradizione Lurisiana del chinotto da bere.
Acqua, zucchero, zucchero bruciato, succo di limone, infuso di chinotti della riviera ligure, sono gli elementi base della bevanda tipica, imbottigliata a vetro, che identifica la bibita originale, meno scuro degli altri chinotti, per la minore presenza di zucchero bruciato, più amabile e leggermente aromatico, dal sapore inconfondibile del limone con il chinotto infuso, che disseta e piace.
Una bevanda che non contiene proteine né grassi, ma solo acqua e zuccheri, dai quali si astrae il sapore originale, amato anche dagli antichi romani, come vuole la tradizione più pura. Infatti questo agrume era già da allora coltivato, specie in Liguria, dove su tutta la riviera cresce un ottimo frutto adatto a diventare bibita.
La prima coltivazione industriale risale all'inizio del 1800, usato per liquori ed essenze. La massima diffusione si ebbe prima dell'avvento delle aranciate e delle cola sul mercato, quindi a inizio del secolo scorso. In passato si usava anche il frutto candito del chinotto, come anche le grappe, dal 2004 il frutto è entrato nel presidio di Slow Food, conservando però per il mercato la fetta della bevanda tradizionale, che si vuole sia gasata.