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Le casalinghe di oggi
Le casalinghe di oggi
Ieri ho letto un articolo molto interessante sul sito del Corriere della Sera, che mi ha colpito molto. Vi posto qui il link dove potete leggerlo: http://27esimaora.corriere.it/articolo/soddisfatte-adattate-forzate-temporanee-le-donne-che-lavorano-a-casa/
Si tratta di un'indagine, svolta dall'Università degli Studi di Firenze commissionata dall'Assessorato al Lavoro della provincia di Firenze, sulle casalinghe italiane.
Pare che sia in aumento il numero delle donne che non lavorano, molte delle quali lasciano o perdono il posto dopo la nascita di un figlio.
Da questo studio è emerso che le casalinghe si dividono in quattro categorie:
- soddisfatte. Sono soprattutto donne avanti con gli anni, che hanno scelto di dedicarsi a casa e famiglia volontariamente.
- adattate. Di solito sono donne che in periodi precedenti hanno lavorato, ma poi hanno preferito badare alle esigenze familiari, ma non escludono un reinserimento nel mercato.
- costrette. Sono donne che sono state costrette a rimanere a casa contro la loro volontà e vivono tale situazione con disagio.
- temporanee. Si tratta di donne giovani, di solito neomamme che hanno abbandonato il lavoro solo temporaneamente, ma sono convinte di poter tornare al più presto a lavoro.

Da questo studio emerge che quindi non c'è un unico tipo di casalinga; ognuna vive questo stato in maniera diversa. Alcune si sentono realizzate dedicando tutta la propria vita alla famiglia, per altre è motivo di imbarazzo e per altre ancora si tratta di una situazione temporanea.
Secondo me, l'ideale sarebbe sempre quello di riuscire a conciliare vita lavorativa che vita privata in quanto, se viene a mancare uno di questi due aspetti, a lungo andare ci si sente incomplete.
Avere una famiglia propria a cui dedicarsi è bellissimo, ma un lavoro, oltre a fornire l'indipendenza economica, dà anche una soddisfazione personale, perché ci si sente utili all'umanità. In fondo, ognuno dà il proprio contributo per far girare il mondo.
Allo stesso tempo, se ci si dedica unicamente alla carriera si potrebbe soffrire dal punto di vista affettivo, ad esempio ci si potrebbe pentire di non aver avuto figli.
In ogni cosa ciò che conta è l’equilibrio!
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