Parole di chi non ricorda
Parole di chi non ricorda
Ci sono persone a cui non basta un’intera vita per dimenticare, per mettere la parola fine a situazioni, persone, ricordi. Persone che con un colpo di spugna vorrebbero eliminare ogni traccia di memoria per cominciare una vita nuova. Ci sono persone invece a cui servono tre o quattro secondi al massimo per dimenticare una vita intera. Persone che rimangono aggrappate alla loro esistenza che ormai appare come cocci frantumati e sparsi ovunque. E di colpo si spegne la luce. Su affetti, ricordi, sulla propria esistenza. Tutto ha inizio come una normalissima giornata: ti svegli, ti lavi e vai a fare colazione. Davanti al frigo un post- it che dice “Buongiorno, ti chiami Tommaso”. Sul barattolo dello zucchero un altro post- it dice “sei sposato con me, tua moglie Anna”. Nella dispensa un altro post- it dice “Se ancora non ricordi chi sei, guarda sopra il frigo, un album ti mostrerà la tua storia, firmato i tuoi figli”. E quando arriva il momento di vestirti, il tuo armadio appare come la vetrina di un negozio, con un cartellino numerato su ogni cosa, perché quando non ricordi cosa indossare per primo, se la biancheria intima o i pantaloni, il cartellino con i numeri ti indicherà l’ordine giusto. Tutto questo per aiutarti a vivere un non senso grande quanto un abisso, che ti prende a tradimento in qualsiasi momento, quando sei costretto a portare scarpe senza lacci perché non ricordi più come si allaccia una scarpa, quando hai smesso di portare l’orologio perché tanto non sai più a cosa serve. Perché quelle lancette che vanno avanti ti rubano pezzi della tua vita, secondo dopo secondo, fino a lasciarti un’ esistenza vissuta attraverso gli sguardi degli altri, le parole ed i racconti degli altri. L’ abbraccio di tua moglie ti fa sentire nuovamente un uomo, un solo istante che ti intiepidisce l’anima, perché tra un secondo non saprai più cosa stai facendo e guarderai di nuovo la persona con cui hai condiviso una vita con occhi di sconosciuto. E lei per sdrammatizzare ti dice che in fondo è come se fosse sempre la prima volta, come se ogni giorno vi innamoraste di nuovo come due ragazzini, ma dentro muore ogni volta che ti vede scomparire dietro due occhi assenti, ogni volta che le dici “piacere, ti conosco?”. Perché la vita per te è un continuo susseguirsi di domande inutili a cui solo il vuoto sa rispondere, il buio che ti ha inghiottito anni fa, che ti conosce bene e ancora sa dirti chi eri e chi non sei più. E migliaia di post- it e bigliettini ti ricordano quale sia il tuo posto nel tempo, nei luoghi, nei ricordi propri o di altri e rinasci nel piccolo conforto che un post- it può darti quando leggi “ricorda, quando pensi di non avere più una testa, fermati e ascolta il tuo cuore, ti vogliamo bene così come sei, firmato la tua famiglia.”
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