Scrivo questa traccia come una sorta di ideale pagina di diario, per raccontare quella che con parole semplici posso definire, la più bella emozione di una vita. Il frutto di un amore, dal quale nasce una nuova vita.
Questo può sembrare banale, scontato, quello che si dice le solite frasi fatte, mai come in questo caso però, ho pensato che le parole non potessero dare voce alla nascita di una vita all’interno di una coppia fatta di due persone che si amano.
Non conosco l’emozione di un matrimonio, io e il papà del ns bimbo siamo conviventi.
Credo che il matrimonio sia una tappa importante per una coppia, una sorta di celebrazione collettiva e condivisa dell’amore tra due persone…..
Un figlio, al contrario è una qualcosa che nasce dal più intimo e profondo noi, un momento esclusivo della coppia, di massima condivisione di tutto, ma all’interno.
Ed è per questo, probabilmente, che diventa difficile poter esprimere certe sensazioni, perché nascono dalla parte più profonda di noi stesse, cambiandoci e facendo nascere in noi donne, quello che si definisce l’amore materno. Durante la gravidanza si inizia a diventare mamme, a capire quelli che sono stati gli atteggiamenti di nostra madre verso di noi, a capire cosa vuol dire essere madri.
Oggi sono alla 24 esima settimana, ho imparato ad ascoltare il mio bambino, a conoscerne i ritmi, a vivere in perfetta armonia.
Non so ancora se sarà un maschietto o una bimba, nonostante le insistenti domande di amici, parenti, colleghi e genitori, insieme al mio compagno abbiamo deciso di vivere fino in fondo la sorpresa.
Ad un corso sulle mamme e i bambini, qualche giorno fa ci è stato detto che le mamme hanno la tendenza ad immaginare il figlio che deve nascere come un “esserino” piccolo e indifeso da accudire.
Mentre l’uomo fa più fatica ad accertarne le minuscole proporzioni e già sogna un pargolo con il pallone tra le mani…..
Credo che fondamentalmente sia così, e che la ragione sia dovuta al fatto che è la donna a crescerlo dentro di se, ad attivare fin da subito quel fortissimo senso di istinto protettivo, che già si avverte nel momento in cui, le linette del test di gravidanza non sono una ma due….!
Affinchè la condivisione sia totale, credo che nel periodo dell’attesa si debba cercare di trovare nuovi ritmi e un nuovo stile di vita, cercare di fare tutto quello che si riesce a fare insieme al proprio compagno/marito, perché possa riuscire, a capirci, a capire il bimbo, ad accettare i cambiamenti fisici del nostro corpo.
Quindi la progettazione degli acquisti del bambino, l’olio di mandorle la sera sul pancione, cenette romantiche e week end di totale relax sono indispensabili per vivere al meglio gli “ultimi” 9 mesi di vita a due! Tutto quello che può servire per la nostra tranquillità e quella del nostro bimbo.